PORDENONE - Una serata tra amici in un locale si è trasformata in un film dell'orrore per una studentessa universitaria, all'epoca 23enne, stuprata due volte da un 26enne congolese che conosceva di vista e che, con la scusa di un passaggio a casa, era salito nell'auto della ragazza per poi fingere un malore, facendola scendere, prendendola di spalle, coprendole la bocca perchè non urlasse, e trascinandola in un boschetto.
LA VICENDA
Era la notte tra il 31 dicembre e il primo febbraio 2020. La ragazza, che allora aveva 23 anni, era andata con un gruppo di amici nel locale notturno C'è chi c'ha, a Porcia. Lì avevano trovato altri giovani, tra i quali il ventiseienne congolese, con i quali avevano trascorso parte della serata, tra drink e chiacchiere. Intorno alle 3, la ragazza è uscita per rincasare e lo straniero le ha chiesto se le dava un passaggio, ricevendo una risposta positiva. Una volta salito in macchina, ha indicato la strada da percorrere e improvvisamente ha finto un malore, l'ha fatta fermare ed è sceso dall'auto. Cosa che ha fatto anche la 23enne per accertarsi delle condizioni del giovane il quale, quando gli era vicina, le ha messo una mano sulla bocca per non farla urlare e l'ha trascinata, afferrandola per la schiena, fino a un boschetto lì vicino. La giovane, nel tentativo di divincolarsi e fuggire, è caduta ripetutamente a terra. Poi giunti in mezzo al verde, dove nessuno avrebbe potuto accorgersi di quello che stava succedendo, l'ha fatta spogliare e stuprata. Una violenza che si è ripetuta una seconda volta quando stavano tornando verso la macchina.
IL SEQUESTRO
Dopo il secondo stupro la ragazza e il congolese sono tornati in auto e lui le ha impedito di mettere in moto l'auto perchè voleva che lei gli promettesse di non denunciare l'accaduto, minacciandola. La giovane, violentata, umiliata, impaurita e dolorante è riuscita a convincerlo che avrebbe taciuto e lo ha portato a destinazione. Poi è rincasata, si è data una frettolosa sistemata ed è andata a denunciare lo stupro subito ai carabinieri che hanno subito identificato l'autore della violenza sessuale. Che non è stato arrestato. La ventitreenne è stata visitata in ospedale, dove i medici hanno confermato la violenza e poi, durante un'audizione protetta (incidente probatorio) ha raccontato quelle lunghe ore di orrore che è stata costretta a vivere. E che gli otto anni di carcere ai quali è stato condannato lo stupratore non le faranno purtroppo dimenticare.