PORDENONE - Pordenone declassata sprofonda e i partiti litigano. Mentre oltre Tagliamento stanno studiando le strategie per sferrare il colpo definitivo che potrebbe chiudere in tempi brevi anche le questioni della sede unica di Fiera e Camera di Commercio, in città l’unica battaglia che stanno facendo le forze politiche è quello degli slogan.
Dopo la fiammata delle categorie economiche che hanno inviato una lettera al ministro Angelino Alfano per cercare di difendere la Prefettura che - se cancellata - potrebbe innescare un ulteriore processo di declassamento, nessuna forza politica (esclusi gli interventi personali del senatore Pd, Lodovico Sonego e del coordinatore regionale dell’Ncd, Isidoro Gottardo, entrambi vecchia guardia) ha preso in mano la situazione cercando di fare quadrato.
A fronte del continuo logorio del Consorzio universitario che rischia di essere ridotto a sede in cui le uniche lezioni saranno teletrasmesse da Udine o Trieste (la fine che ha fatto Giurisprudenza con la stessa formula evidentemente non se la ricorda più nessuno) i partiti continuano a rimpallarsi le responsabilità dimenticando che da quindici anni il Comune è in mano al Centrosinistra (Bolzonello - Bolzonello - Pedrotti), la Provincia (salvo l’ultimo mese dopo declassamento) è stata saldamente guidata dal centrodestra (De Anna - De Anna - Ciriani).
Insomma, tutti hanno le loro responsabilità. E ora, invece di unire le forze per evitare che Pordenone e provincia sprofondino nel baratro diventando "frazione di Udine" come ha sintetizzato in maniera caustica, ma efficace, nel suo blog, Alessandro Ciriani, l’unica cosa che sembra interessare è fare campagna elettorale accusando gli altri per strappare consensi.
Il Pd e il centrosinistra in generale sul territorio cercano di minimizzare visto che a Trieste c’è un governo amico, mentre Fratelli d’Italia, Lega e centrodestra cavalcano la situazione in maniera elettorale.
Forza Italia, alle prese com’é con un crisi ancora lontana dalla soluzione, è fuori da ogni dibattito. Difficile pensare che a queste condizioni si possa difendere Pordenone, il suo territorio e la sua gente.
Del resto proprio per questa scarsa propensione all’unità che va oltre casacca e colore di partito, oggi Pordenone rischia grosso. C’è la necessità di drizzare la schiena, combattere insieme oltre l’appartenenza politica, fare quadrato e se necessario "sfidare" il proprio partito perchè il territorio, la sua gente, valgono molto di più.
Il Gazzettino sarà in prima linea.
Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 09:27
© RIPRODUZIONE RISERVATA Dopo la fiammata delle categorie economiche che hanno inviato una lettera al ministro Angelino Alfano per cercare di difendere la Prefettura che - se cancellata - potrebbe innescare un ulteriore processo di declassamento, nessuna forza politica (esclusi gli interventi personali del senatore Pd, Lodovico Sonego e del coordinatore regionale dell’Ncd, Isidoro Gottardo, entrambi vecchia guardia) ha preso in mano la situazione cercando di fare quadrato.
A fronte del continuo logorio del Consorzio universitario che rischia di essere ridotto a sede in cui le uniche lezioni saranno teletrasmesse da Udine o Trieste (la fine che ha fatto Giurisprudenza con la stessa formula evidentemente non se la ricorda più nessuno) i partiti continuano a rimpallarsi le responsabilità dimenticando che da quindici anni il Comune è in mano al Centrosinistra (Bolzonello - Bolzonello - Pedrotti), la Provincia (salvo l’ultimo mese dopo declassamento) è stata saldamente guidata dal centrodestra (De Anna - De Anna - Ciriani).
Insomma, tutti hanno le loro responsabilità. E ora, invece di unire le forze per evitare che Pordenone e provincia sprofondino nel baratro diventando "frazione di Udine" come ha sintetizzato in maniera caustica, ma efficace, nel suo blog, Alessandro Ciriani, l’unica cosa che sembra interessare è fare campagna elettorale accusando gli altri per strappare consensi.
Il Pd e il centrosinistra in generale sul territorio cercano di minimizzare visto che a Trieste c’è un governo amico, mentre Fratelli d’Italia, Lega e centrodestra cavalcano la situazione in maniera elettorale.
Forza Italia, alle prese com’é con un crisi ancora lontana dalla soluzione, è fuori da ogni dibattito. Difficile pensare che a queste condizioni si possa difendere Pordenone, il suo territorio e la sua gente.
Del resto proprio per questa scarsa propensione all’unità che va oltre casacca e colore di partito, oggi Pordenone rischia grosso. C’è la necessità di drizzare la schiena, combattere insieme oltre l’appartenenza politica, fare quadrato e se necessario "sfidare" il proprio partito perchè il territorio, la sua gente, valgono molto di più.
Il Gazzettino sarà in prima linea.