Sanità: peggiorano i tempi delle liste d'attesa, ma arrivano 10 milioni

La situazione si è ulteriormente aggravata nel mese di giugno rispetto allo scorso maggio

Giovedì 20 Luglio 2023 di Loris Del Frate
Sanità: peggiorano i tempi delle liste d'attesa, ma arrivano 10 milioni

La fotografia con i tempi di attesa di Pordenone e dell’ospedale di Udine che appaiono nel grafico a destra è stata “scattata” alla fine di giugno.

Recente, quindi. E si parte da qui. Già, perchè nei prossimi giorni il consiglio regionale approverà il conto economico e quindi affiderà alla sanità regionale oltre 120 milioni complessivi. Di questi saranno dieci, come ha tenuto a sottolineare l’assessore Riccardo Riccardi, in questo momento impegnato a cercare di dare risposte in tempi veloci ai territori falcidiati dal maltempo, che saranno distribuiti alle aziende sanitarie per affrontare il problema dei problemi: i tempi lunghi delle liste di attesa.


La situazione

È evidente che non sempre (e mai come questa volta) con i soldi si possano risolvere tutti i problemi. A parte il fatto che 10 milioni sembrano tanti, in realtà alla fine non possono certo bastare, ma il vero problema è legato al personale, sempre più carente (soprattutto radiologi per le diagnostiche a immagini) che non può certo garantire un grosso aumento dei carichi di lavoro. Certo, pagare di più gli straordinari, assicurare una sorta di premio aggiuntivo può dare una mano, ma non è certo la soluzione finale. Secondo passaggio incrementare ancora il numero di prestazioni da affidare in regime di convenzione alle strutture private. Certo, in un momento emergenziale si può fare, ma anche questo non può essere il passaggio definitivo anche perchè in provincia di Pordenone, tanto pe restare in tema, non ci sono tante strutture private. Le principali, per la verità, sono già state accreditate. Aumentare a dismisura le prestazioni costringerebbe i privati ad andare a cercare e prendersi nuovo personale. Dove? Nel pubblico già decimato.

I tempi

C’è subito da dire, guardando la tabella a fianco e paragonandola con i dati di maggio, che le liste si sono ulteriormente allungate. Non di tanto, per la verità, e in alcuni settori c’è stato, invece, un piccolo miglioramento. La cosa che deve far riflettere è che i tempi di attesa sono legati alle prescrizioni brevi, quelle con la classificazione “B” e per legge regionale devono essere smaltite entro e non oltre 10 giorni. Anche perchè se il medico di medicina generale ha evidenziato la necessità di una visita Breve, significa che ha riscontrato qualche sospetto. Ebbene, sono ben poche le specialità all’interno delle strutture sanitarie di Udine e Pordenone che riescono a mantenere lo standard previsto dalla norma, ossia i 10 giorni di attesa. Anzi, c’è subito da dire che pure per prestazioni importanti, come una prima visita cardiologica (44 giorni), oppure una prima visita pneumologica (48 giorni) le attese sono decisamente fuori target. E questo vale soprattutto per Pordenone. A Udine, infatti, essendoci più strutture è pure più semplice trovare soluzioni che hanno tempi di attesa minori a quelli che sono indicati sul grafico che si basa sull’ospedale del capoluogo. È stato preso questo riferimento, però, perchè il numero maggiore di persone anziane residenti a Udine e hinterland, difficilmente si spostano in altre strutture del territorio friulano.

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La corte

A questo punto resta da capire tra qualche mese se l’utilizzo dei 10 milioni potrà dare qualche risultato in più che va verso gli interessi dei pazienti, ossia accorciare i tempi. Di sicuro, dopo aver letto i rilievi della corte dei conti sulle liste di attesa (parametri non in sintonia con quelli nazionali e non tutti i soldi dati alle aziende “investiti” per affrontare questo problema) non c’è da sperarci tanto. Il colpo di reni, però, è sempre ben accetto.

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