La mamma di Teresa: «Ruotolo
​venne a farci le condoglianze»

Lunedì 21 Novembre 2016
La mamma di Teresa: «Ruotolo venne a farci le condoglianze»
PORDENONE - «Non gli direi niente perché cadrebbe nel nulla. Voglio solo giustizia». Così ha risposto ai giornalisti mentre entrava in Tribunale Eleonora Ferrante, la mamma di Trifone Ragone, dove sta per cominciare la nuova udienza del processo a carico di Giosuè Ruotolo. «C'è solo il ricordo di Trifone e Teresa, che sono stati massacrati», ha aggiunto.

Ruotolo è l'unico imputato per l'omicidio del figlio e della fidanzata Teresa Costanza, uccisi a colpi di pistola nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone la sera del 17 marzo 2015. Secondo quanto si è appreso, Ruotolo potrebbe rendere spontanee dichiarazioni. Nel corso dell'udienza è prevista oggi la testimonianza dei genitori di Teresa Costanza.

RUOTOLO E LE CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA DI TERESA
«Centinaia di ragazzi erano venuti a farci le condoglianze. Anche i coinquilini di Trifone. Erano in tre. Io ricordo in particolare Ruotolo. Ci siamo incrociati lo sguardo e ho avuto una brutta sensazione». È un momento della deposizione di Carmelina Parello, la mamma di Teresa Costanza. La deposizione della Parello ha aperto la sesta udienza nel processo celebrato in Corte d'Assise a Udine nei confronti di Giosuè Ruotolo, l'ex militare campano, unico imputato per il duplice omicidio della coppia di fidanzati. «Teresa e Trifone erano pieni di vita. È indescrivibile cosa si provava guardandoli. Avevano un bellissimo rapporto. Ce lo aveva presentato subito e si era trasferita a Pordenone perché era innamorata di lui. Mi aveva detto "mamma ci dobbiamo conoscere, come facciamo se io sono a Milano e lui a Pordenone?" È per quello che aveva lasciato il lavoro a Milano», ha aggiunto.

La madre di Teresa ha anche ricordato di aver sentito la figlia l'ultima volta proprio il giorno del delitto, era «assolutamente serena».
La donna, così come il marito, Rosario Costanza, ascoltato subito dopo, ha escluso che la figlia avesse problemi e che la loro famiglia avesse subito minacce. «Siamo fuori dalla Sicilia da 30 anni. Mio cognato era sparito negli anni '90 e questa sparizione è stata legata a una cosa mafiosa ma noi non c'entriamo nulla», ha dichiarato ancora. «Non ho mai ricevuto minacce», ha ribadito anche il marito, spiegando di aver lasciato la Sicilia nel '92 prima per andare a lavorare in Germania e poi in Lombardia. «Non accettavo certe abitudini, che mi stavano strette - ha detto in aula - Teresa era molto dinamica, non ha mai riferito di problemi o contrasti. Era innamorata di Pordenone. In famiglia eravamo tutti molto attaccati», ha proseguito riferendo di aver sentito la figlia telefonicamente proprio poco prima del delitto, intorno alle 18.
Ultimo aggiornamento: 15:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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