Sci, la Regione apre ma il ministro risponde picche

Domenica 14 Febbraio 2021 di Davide Lisetto
Piancavallo coperta da neve, piena di prenotazione ma ancora non si può sciare

Nella mattinata di ieri l’ordinanza del presidente della Regione Massimiliano Fedriga che apriva gli impianti sciistici da venerdì prossimo. Seppure secondo le linee guida e i limiti di presenza sulla pista stabilite dalla Conferenza delle Regione. In serata lo stop fino al 5 marzo firmato dal ministro della Salute Roberto Speranza. In mezzo il no del Comitato tecnico scientifico nazionale che chiedeva di non riaprire i comprensori dello sci alla luce della nuova situazione epidemiologica condizionata dalle varianti (in particolare quella inglese) del virus.

   E così è durata solo poche ore la speranza di operatori della montagna e di appassionati dello sci. Dopo la lunga chiusura e una prima ipotesi di riapertura prevista per oggi, nei giorni scorsi l’annuncio del rinvio per evitare i possibili assembramenti delle vacanze di Carnevale. La Regione aveva annunciato il rinvio dell’apertura da oggi a venerdì: così ieri mattina Fedriga ha firmato l’ordinanza per il via libera da venerdì. Intanto sul sito di Promotur in 15mila si sarebbero già registrati per tornare in pista. Ma in serata la doccia gelata dal ministero: il rischio delle varianti del virus è troppo elevato, tutto ancora bloccato fino al 5 marzo. Grande la rabbia e la delusione tra gli operatori e albergatori della regione.
IL COMITATO
Già venerdì nel documento dell’Iss sull’incremento della circolazione delle varianti si esprimeva preoccupazione sui «numeri alquanto preoccupanti» perciò, dopo un’attenta valutazione dei dati, «abbiamo consigliato di evitare ulteriori riaperture». È questa l’indicazione che il Cts ha dato in risposta a un quesito del ministero della Salute, nel corso della riunione di venerdì scorso, sull’opportunità di aprire gli impianti sciistici alla luce della situazione delle varianti virali. Gli esperti del comitato hanno sottolineato che sono mutate le condizioni epidemiologiche, ribadendo che la decisione sarebbe comunque spettata al governo. «In questo momento le attività che comportino assembramenti non sono compatibili con il contrasto alla pandemia da Covid-19 in Italia ed gli impianti da sci rientrano in tali attività. Non andrebbero riaperti». Aveva rincarato la dose, ieri mattina, il consulente del ministero Walter Ricciardi. «Non dimentichiamo - ha sottolineato Ricciardi - che la variante inglese è giunta in Europa proprio passando dagli impianti di risalita in Svizzera». Una linea chiara, dunque, quella dei tecnici.
L’ORDINANZA REGIONALE
Il governatore Fedriga aveva firmato l’ordinanza, spostando il riavvio al 19. In assenza del provvedimento (e dello stop del governo, giunto ieri sera) gli impianti oggi avrebbero potuto riaprire. «Considerato che le misure ultime adottate - aveva spiegato Fedriga - a livello statale e regionale hanno determinato il contenimento del contagio in misura tale da consentire il rientro della Regione in zona gialla, si è ritenuto tuttavia necessario alla luce dei dati epidemiologici che rappresentano una situazione ancora seria, continuare a ridurre al minimo le possibilità di assembramento». L’ordinanza recepisce le «Linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali» della Conferenza delle Regioni. Il numero massimo di presenze giornaliere è determinato nella misura del 30% della portata oraria complessiva di tutti gli impianti a fune presenti nel comprensorio sciistico o nella stazione sciistica non ricompresa in un comprensorio. Ma il via libera (seppure con tutte le limitazioni anti-Covid) è stato di fatto “annullato” dall’ordinanza del ministro Speranza di ieri sera.
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Ultimo aggiornamento: 20:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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