Orsi e lupi “nel mirino” dei cacciatori delle Alpi friulane. La richiesta: «Limitare il numero di esemplari»

Lettera all’assessore Stefano Zannier per rivedere il piano faunistico regionale

Venerdì 28 Luglio 2023 di Marco Agrusti
Orsi e lupi “nel mirino” dei cacciatori delle Alpi friulane. La richiesta: «Limitare il numero di esemplari»

PORDENONE - La premessa è una fotografia dello stato di fatto: «La dinamica delle popolazioni della fauna selvatica in generale, degli ungulati e dei carnivori nello specifico, nel contesto regionale degli ultimi trent’anni è stata contraddistinta da forti trasformazioni e dalla diffusione di alcune specie in ambiti in cui un tempo erano rare o assenti, pianura compresa».

La firma è quella dei presidenti dei distretti venatori della zona delle Alpi, che comprende mezzo Friuli e le province di Pordenone e Udine. La lettera, protocollata, è indirizzata all’assessore regionale Stefano Zannier e l’accenno - neanche troppo velato - è alla popolazione di orsi e lupi che negli ultimi giorni è finita al centro della cronaca per ripetuti attacchi ai danni del bestiame. 


L’appello

Cosa chiedono i cacciatori? Sostanzialmente non molto di più di quello che avviene appena un metro al di là del confine con la Slovenia, dove i grandi carnivori vengono controllati (soprattutto viene tenuto costante il loro numero) e se necessario cacciati. Nel dettaglio, i presidenti dei distretti delle Alpi chiedono una revisione profonda del piano faunistico regionale. Una revisione che li coinvolga e li veda protagonisti. Sì, ma come? È spiegato anche questo. «Prima che la situazione possa sfuggire di mano - è il pensiero dei cacciatori - con criticità difficilmente risolvibili, chiediamo che siano inseriti criteri gestionali per i grandi carnivori, con l’intento di stimarne il numero per le varie specie e stabilire, dove possibile, un tetto nei numeri massimi di consistenza sostenibili, tali da minimizzare l’interferenza con le attività agricole e pastorali e la fruizione del territorio da parte di tutta la collettività».

La svolta

Per la prima volta, quindi, si parla apertamente di controllare e limitare con l’ausilio dell’esperienza dei cacciatori la presenza dei grandi carnivori sul territorio. E in Friuli Venezia Giulia i grandi carnivori sono sostanzialmente due: l’orso e il lupo. Stop, perché il resto del problema è costituito dai cinghiali, che non si possono definire grandi carnivori. «Il mondo venatorio - aggiungono i cacciatori - si rende disponibile ad approfondire le tematiche, mettendo a disposizione le proprie migliori competenze». 
E ancora: «Il fenomeno della diffusione dei grandi carnivori porta con sé tutta una serie di implicazioni gestionali, in particolare in ambiti antropizzati, generando problematiche e conflittualità. In questo contesto - prosegue la nota - si sono inseriti anche diversi progetti di reintroduzione di specie a fini conservativi e a salvaguardia della biodiversità; alcuni di essi hanno avuto successo, altri meno. Oggi, grazie anche agli strumenti conoscitivi disponibili, è possibile pianificare opportunamente la gestione della fauna. In questo processo è indispensabile coinvolgere tutti gli attori che direttamente o indirettamente vengono in qualche modo coinvolti nella gestione della fauna. Il ruolo dei cacciatori, in questo contesto, non è mai stato riconosciuto. Un ruolo istituzionale garantirebbe un costante apporto di conoscenza. Si riuscirebbe a traslare il dialogo dal piano politico a quello tecnico». 

Ultimo aggiornamento: 11:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci