Locali chiusi a mezzanotte, rivolta dei commercianti: «E' una presa in giro, per noi sarà la botta finale»

Mercoledì 14 Ottobre 2020 di Redazione
Un bar a Pordenone
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PORDENONE - «È una presa in giro». Alberto Marchiori, presidente di Ascom Pordenone, mette via il fioretto e sfodera la sciabola.

Chiusura dei locali (bar, pub, ristoranti) a mezzanotte e regole ferree non piacciono proprio ai commercianti, colpiti ancora una volta per primi come nella fase uno della pandemia. «Ci devono spiegare, e stavolta devono farlo davvero, cosa cambia tra le 23 e la mezzanotte, oppure tra la mezzanotte e l’una. Ad essere penalizzati - spiega Marchiori - saranno soprattutto i ristoranti. Pensate ad esempio a una cena dopo essere stati a teatro. Non sarà più possibile. I gestori sono già in crisi a causa dello smart working, che ha causato lo svuotamento delle nostre città. Ora arriva anche questo colpo. Come categoria ci sentiamo massacrati. mentre vediamo autobus pieni di gente che continuano a circolare. Le decisioni assunte dal governo sono ancora una volta prive di qualsiasi criterio». Anche il presidente della Confcommercio Udine e Pordenone, Giovanni Da Pozzo, aveva rilevato come colpire ancora il settore del commercio sarebbe stato sbagliato. Ma gli appelli di categoria sono rimasti inascoltati. «Siamo contrari anche al limite delle trenta persone ai matrimoni - ha proseguito Marchiori -: bisognerebbe invece tenere conto degli spazi a disposizione. Il decreto del presidente del Consiglio è una vera mazzata per il settore del commercio».

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