PORDENONE/UDINE - Una goccia. Già, perchè i 17mila euro di debito che il giocatore juventino Nicolò Fagioli ha con una agenzia di scommesse del Friuli Venezia Giulia, sono meno di una schizzata d’acqua nell’oceano. Il debito complessivo, infatti, ammonta a quasi tre milioni, tutti fatti nei siti di scommesse illegali, salvo, appunto, quei 17mila euro “friulani”, che invece sono frutto di una scommessa presentata in una agenzia online legale.
I DEBITI
Come detto il giocatore ha accumulato quasi tre milioni di debiti con le scommesse illegali. Per l’esattezza, la fonte sono sempre i verbali, un milione e mezzo lo avrebbe fatto con la prima, un milione e trecentomila sarebbero arrivati in seguito con la seconda piattaforma, sempre illegale e ci sarebbero, infine, altri 31 mila euro con un banco illegale in provincia di Como. Infine i 17 mila euro friulani.
L’INIZIO
Ma perchè un giovane talento calcistico che ha già tutto, fama, soldi, un futuro garantito in una grande squadra come la Juve, possa iniziare a scommettere, cosa che è vietata per un calciatore, e poi a rovinarsi la vita, resta un mistero. Di sicuro non basta “ho visto che lo facevano tutti” come ha dichiarato lo stesso Fagioli. Capire il perchè, primo gradino della strada che dovrà portarlo a liberarsi dalla dipendenza che sarebbe potuta costargli ben più cara di quanto è avvenuto con una squalifica (si è autodenunciato) comunque modesta, sarà compito di un luminare del settore delle ludopatie, il dottor Paolo Jarre. Di sicuro Nicolò Fagioli ha iniziato a scommettere nel 2021, almeno così ha messo a verbale, durante il ritiro della Under 21. A “instradarlo” - è stato sempre lui a raccontarlo - il compagno di squadra azzurra, pure lui indagato e ora “reo confesso” per limitare i danni della squalifica sportiva, Sandro Tonali. La prima scommessa fu sul tennis.
L’IMPENNATA
A settembre 2022 i debiti erano arrivati a 250mila euro, per poi impennarsi fino a 2 milioni e 700 mila. Le notti insonni perchè non riusciva a far fronte, la necessità di chiedere soldi ai compagni di squadra senza però coinvolgerli, altrimenti avrebbero dovuto denunciarlo subito alla Procura sportiva, le bugie sull’acquisito dei Rolex per nascondere la richiesta dei prestiti. Poi le minacce di chi i soldi persi li pretendeva anche con modi spicci e “robusti” e infine la confessione dopo una delle ultime giocate proprio nell’agenzia di Pordenone.
PIATTAFORME ILLEGALI
Facile capire perchè le scommesse le faceva sui siti illegali: non c’è tracciamento, si scommette virtualmente (poi però in caso di perdita i conti vanno saldati), non c’è un limite alle puntate e non esiste, come nelle agenzie legali, un “allert” che, se giochi troppo e spesso, ti inibisce l’accesso.