Positivo al Covid al Giro E: «Prigioniero al Sud, vivo un incubo kafkiano»

Martedì 3 Novembre 2020 di Riccardo Saccon
Daniele Santarossa con gli amici della Motostaffetta Sacilese Ads

<WC1>Sono passati 21 giorni abbondanti da quando è stata rilevata la sua positività al Covid-19, ma da asintomatico. Secondo le linee guida del 12 ottobre dovrebbe poter tornare a muoversi liberamente, ma non è così. Daniele Santarossa, dallo scorso 10 ottobre<WC>,<WC1> è ricoverato all’ospedale di San Giovanni Rotondo in Puglia, il paese di Padre Pio, dopo essere stato trovato positivo a uno dei controlli al Giro d’Italia E, la corsa ciclistica riservata alle biciclette a pedalata assistita, di cui era al seguito come motociclista. <WC>«<WC1>Sabato <WC>- <WC1>spiega <WC>Santarossa, masticando amaro -<WC1> era il ventunesimo giorno dalla data del ricovero, eppure qui nessuno intende autorizzare le mie dimissioni.

    Mi dicono che serve una conferma dall’Azienda sanitaria di Pordenone, ma abbiamo chiesto direttamente all’Asfo e ci hanno confermato che sono invece l’ospedale e le autorità sanitarie di qui che devono dimettermi sulla base della circolare del Ministro della Sanità dello scorso 12 ottobre quando sono state ridefinite le tempistiche per le quarantene e gli isolamenti<WC>»<WC1>.<WC>
IL PARADOSSO
Santarossa cerca inutilmente di districarsi nel ginepraio. «<WC1>Ho sottolineato proprio stamattina ai medici che la situazione è un po’ paradossale perché da una parte non mi dimettono quando le norme parlano in modo chiaro – come ha confermato anche il nostro medico di base – e dall’altra qui hanno una urgente necessità di avere posti lett<WC>o<WC1> liberi perché la fila di chi aspetta di essere ricoverato si allunga sempre più<WC>»<WC1>. Santarossa, 58 anni, in quiescenza da un paio di mesi, è appassionato di ciclismo che segue da vicino in qualità di motociclista. Fa infatti parte della Motostaffetta Sacilese Ads, associazione liventina dei motociclisti che seguono e accompagnano i ciclisti in qualità di scorta tecnica.<WC>
L’EVENTO
<WC1>Proprio perché in <WC>pensione Santarossa<WC1> ha potuto aderire alla richiesta di seguire il Giro E, evento cicloturistico inserito nel calendario della Feder<WC>ciclo tricolore e<WC1> organizzato da Rcs Sport durante il Giro d’Italia, sulle stesse strade e nelle stesse date del<WC>la corsa rosa<WC1>, ma riservato alle biciclette a pedalata assistita. <WC>«<WC1>Le tappe <WC>- conclude - <WC1>sono molto più corte rispetto a<WC> quell<WC1>e della corsa maggiore, dai 70 ai 110 chilometri al giorno, ma si arriva allo stesso traguardo. Quando siamo arrivati in Puglia (quel giorno era in programma la Manfredonia-Vieste sul Gargano, ndr) ci sono stati alcuni casi. Poi dopo la sosta del lunedì ne sono stati rilevati 17 e a quel punto anche il Giro E si è dovuto fermare. Io<WC>,<WC1> con lui anche un secondo pordenonese<WC>,<WC1> sono stato ricoverato a San Giovanni Rotondo in <WC>un <WC1>ospedale vicino alla basilica di Padre Pio. Non ho avuto sintomi e ora spero davvero di poter riprendere al più presto la via di casa<WC>»<WC1>.
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