Palpeggiò una mamma durante la sfilata di carnevale, condannato "astronauta"

Sabato 30 Settembre 2023 di C.A.
Il Tribunale di Pordenone

Palpeggiata da un uomo in maschera che, mentre lanciava coriandoli sulla folla, ne ha approfittato per infilare la mano nella scollatura di una mamma che stava guardando la sfilata dei carri allegorici assieme al figlio e a un’amica.

Processato per violenza sessuale, un 40enne di Azzano Decimo ieri è stato condannato a 1 anno e 8 mesi di reclusione. La sospensione condizionale della pena è subordinata alla frequentazione di un percorso di recupero in quei enti o associazioni che si occupano di prevenzione, assistenza psicologica e recupero di soggetti condannati per reati che rientrano nelle fattispecie previste dal Codice rosso.


LA VICENDA


Il fatto risale al febbraio 2019. Aviano è in festa per il Carnevale. Un astronauta, tuta bianca e casco con visiera, scende dal carro allegorico del gruppo azzanese lanciando manate di coriandoli tra il pubblico. Poco dopo una donna statunitense si rivolge ai carabinieri in servizio all’aeroporto della Base denunciando di essere stata palpeggiata durante la manifestazione. Non si è trattato di un gesto involontario durante il lancio dei coriandoli, afferma la vittima: «Mi ha infilato la mano nella scollatura, ho dovuto spintonarlo per allontanarlo». Descrive un uomo dai capelli scuri e, dopo un paio di giorni, torna dai carabinieri con una fotografia estrapolata da un video scaricato da Facebook. I carabinieri mostrano la fotografia agli organizzatori del carro allegorico di Azzano, i quali riconoscono il compaesano quarantenne.


LE ACCUSE


L’uomo, difeso dalle avvocate Annarosa Martel e Valeria Managò, ha sempre negato di essere l’astronauta che ha molestato la mamma. Lo ha ribadito anche davanti al collegio del Tribunale di Pordenone. Secondo la difesa vi sarebbe un evidente scambio di persona, determinato dal fatto che il volto dell’imputato era parzialmente coperto dal casco e da una visiera trasparente. In aula le testimonianze della vittima e dell’amica che ha assistito alla scena, nel frattempo rientrate con i propri mariti negli Stati Uniti, sono state raccolte in videoconferenza. Con lo stesso sistema è stata fatta una ricognizione fotografica che secondo la difesa sarebbe molto dubbia, perché la donna non è stata in grado di riconoscere con totale certezza l’imputato tra le immagini che le sono state sottoposte. Nell’udienza di ieri due testimoni su quattro non lo hanno riconosciuto. «Gli organizzatori del carro - osserva la difesa - hanno riconosciuto il nostro assistito dalla fotografia consegnata dalla denunciate. Ma il soggetto della fotografia è lo stesso che ha molestato la vittima?».


LA SENTENZA


Se la difesa ha contestato il riconoscimento chiedendo che l’imputato fosse assolto, invocando anche l’insufficienza di prove, per il sostituto procuratore Andrea Del Missier ci sono abbastanza elementi per non dubitare di quanto riferito dalla vittima in occasione della presentazione della denuncia e, successivamente, quando ha consegnato ai carabinieri la fotografia trovata sui social. Anche secondo il collegio presieduto dal giudice Eugenio Pergola (a latere Francesca Vortali e Milena Granata) l’astronauta che ha allungato le mani è il 40enne che quel giorno ha sfilato con il carro allegorico di Azzano Decimo e che si vede nella foto.

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