Discriminate sul posto di lavoro, a Pordenone 70 casi in cinque mesi. Più colpite le mamme

Venerdì 7 Luglio 2023 di Loris Del Frate
Discriminati sul posto di lavoro, a Pordenone in cinque mesi già 70 casi. Più colpite sono le mamme

Settanta. Sono le persone che da gennaio di quest’anno si sono rivolte allo sportello antimobbing gestito dalla Cisl. Ma non è tutto. Il numero, decisamente alto e in crescita rispetto agli scorsi anni, riguarda esclusivamente i casi che di fatto il pool di esperti del punto di ascolto ritengono abbiano un valido fondamento e quindi siano da portare avanti anche in tribunale. C’è di più. Se è vero, come è sempre stato, che le donne sono quelle maggiormente prese di mira, è altrettanto vero che si sta verificando sempre più spesso una “nuova” tipologia di mobbing nei loro confronti.


Il Covid

Ad essere prese di mira, infatti, sono le mamme che hanno la necessità di seguire maggiormente i figli adolescenti che hanno subito un trauma a colpa del Covid essendo stati costretti all’isolamento per parecchio tempo. E oggi ne pagano le conseguenze da un punto di vista psicologico. «Ultimamente incontriamo e assistiamo lavoratrici schiacciate nel loro ruolo di madri o figlie con la necessità di seguire i propri figli o, allo stesso tempo, di curare dei soggetti fragili rimasti traumatizzati con la pandemia.

Queste donne - spiega Teresa Dennetta, avvocato che opera all’interno del punto di ascolto - si trovano marginalizzate e svilite in un ambiente lavorativo che non si adatta alle mutate esigenze. È chiaro che in questo caso la lavoratrice e la sua famiglia non possono essere lasciate sole e si rende necessario attivare nuove strategie a supporto della non autosufficienza e assistenza. Se non si interviene - conclude il legale - le problematiche che ne derivano rischiano di affondare la famiglia».

Le cause

«L’ufficio - racconta Chiara Tomasella, responsabile del punto - nasce come centro accreditato di prevenzione e aiuto contro le molestie morali e psicofisiche sul luogo di lavoro. In pratica di tutta quella casistica vessatoria che porta il lavoratore a vivere male il proprio rapporto di lavoro. I motivi per cui le persone si rivolgono a noi - va avanti - sono le condizioni di lavoro critiche come orari, distanze, ambiente, l’organizzazione del lavoro problematica, violazioni di diritti, criticità tra colleghi o con il datore di lavoro, umiliazioni e critiche, discriminazioni e discriminazioni di genere, molestie sessuali». I due terzi di chi si è messo nella mani del pool di esperi dello sportello antimobbing della Cisl sono donne. C’è però un fenomeno consistente emerso da qualche tempo che riguarda anche il sesso forte. «Sempre più uomini oggi - spiega ancora la responsabile - vengono fatti uscire dal mondo del lavoro pur essendo dotati di una maggiore esperienza lavorativa e di maggiori anni di anzianità, ma contestualmente risultano essere “più costosi” economicamente da mantenere nell’organico. Da qui i tentativi, anche con modi scorretti, di farli uscire dall’azienda».

Passo avanti

Il Friuli Venezia Giulia è una delle poche regioni in Italia ad aver attivato sportelli come il punto di ascolto antimobbing che offrono sostegno e aiuto alle lavoratrici e ai lavoratori vittime di situazioni di disagio lavorativo. Il punto di ascolto antimobbing di Pordenone, gestito dalla Usr Cisl, è una realtà presente sul territorio dal 2006. Oltre all’operatrice esperta, con funzione anche di coordinamento, addetta all’accoglienza del lavoratore, lo sportello si avvale di professionisti qualificati in materia di lavoro: un avvocato, una psicologa, un medico del lavoro ed un medico legale. Le consulenze fornite sono a titolo gratuito e nel totale rispetto della privacy, il lavoratore che si rivolge è lasciato libero di decidere quanto e cosa raccontare in questo ambiente protetto. 

Il trauma

«La persona - spiega ancora Chiara Tomasella - rimane sempre al centro del processo relazionale e decisionale e viene aiutata a ricostruire gli aspetti traumatici e fonte di malessere, nel tentativo di comprendere le caratteristiche del disagio e trovare strumenti di risposta alle azioni subite. Se necessario lavoriamo in sinergia con strutture presenti sul territorio. Da gennaio 2023 le persone prese in carico dall’ufficio sono state oltre 70, prevalentemente donne provenienti dal settore privato». «La Cisl - spiega infine il coordinatore provinciale Denis Giovanni Dalla Libera - ritiene sia fondamentale analizzare, in particolare in questa fase di transizione, la crescita del fenomeno del disagio in ambito lavorativo dovuto prevalentemente a discriminazione anche di genere e molestie sessuali. Le migliaia di persone che abbiamo incontrato in questi 18 anni di servizio dimostrano che il problema purtroppo continua ad essere presente in maniera significativa». Il punto di ascolto è a Porcia nel distretto sanitario ed è attivo dal lunedì al giovedì dalle 14 alle 18.30 e il venerdì dalle 8.30 alle 12.30.

Ultimo aggiornamento: 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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