Il generale Vannacci ospite del cinema ristrutturato dalla Regione. La Sinistra: «Stracciamo la tessera»

Mercoledì 10 Gennaio 2024 di Antonella Lanfrit
Il generale Roberto Vannacci

UDINE - Udine non fa eccezione: all’arrivo del generale Roberto Vannacci, autore del controverso libro «Il mondo al contrario» e profilo che il leader della Lega Salvini vorrebbe avere come candidato alle Europee, anche nel capoluogo friulano c’è chi insorge per l’ospitalità data a un personaggio che è sottoposto a procedimento disciplinare in ambito militare e nelle sue pagine si è espresso con toni e parole discutibili nei confronti di un ventaglio ben ampio di soggetti: dalle donne agli omosessuali.

Così, lunedì sera, mentre il generale riempiva il Cinema Centrale (185 posti e persone in coda) con l’organizzazione de «Il corsaro della sera» e la moderazione di Marco Belviso, il capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra Possibile a Udine, Andrea Di Lenardo, ha mosso l’onda avversa puntando innanzitutto al gestore del cinema, Il Centro Espressioni Cinematografiche, che presiede al Visionario e al Centrale, per aver concesso lo spazio. 


LA POLEMICA


Soprattutto perché la sala ospitante ha riaperto in virtù di un ingente investimento pubblico da parte della Regione e anche il Visionario è sostenuto da risorse pubbliche. «Apprendo con rammarico che il Cinema Visionario ha scelto di farsi megafono della propaganda politica del signor Vannacci nel cinema Centrale, peraltro recentemente salvato con 2,2 milioni di soldi pubblici, quindi di tutti, anche di quelle persone su cui si riversa l’odio di chi detiene il privilegio», ha premesso il capogruppo Di Lenardo. E ha continuato: «Ma il Visionario non dovrebbe occuparsi di cultura? Ma cosa c’entra l’odio con la cultura? La cultura serve a prendere posizione. Perché – ha proseguito -, se serve solo il guadagno, tanto vale andare al multisala». Da qui la decisione «nel mio piccolo, di restituire la tessera onoraria del Visionario». E, ha concluso, «auspico che non gli vengano più elargiti fondi pubblici».


LE REAZIONI


Soprattutto il web si è fatto cassa di risonanza dell’evento e della posizione critica assunta da Di Lenardo nei confronti dei vertici del Visionario: ai commenti avversi a Vannacci si sono aggiunti così quelli di coloro che, pur non sostenendolo, non hanno condiviso l’attacco sferrato dalla Sinistra, perché non vi sarebbero stati estremi fondati per declinare la richiesta di affitto della sala. Chiamato in causa, il Centro espressioni cinematografiche ha affidato ai social la sua replica, precisando che non tornerà più sulla questione, preferendo rispondere «con i film che quotidianamente proponiamo». Prima, però, le precisazioni: «Il Cec è un’associazione culturale. Non esprime alcuna posizione politica. Ci siamo dati la regola che le sale non possano essere negate, a pari condizioni di noleggio, ad alcuno. Il che non significa in nessun modo una condivisione dei contenuti degli incontri ivi ospitati – ha spiegato -. Questo principio ci permette di essere assolutamente liberi. Abbiamo ospitato in passato altri incontri controversi e contrastati, ad alcuni dei quali, ad esempio, erano stati negati altri luoghi della città. Venir meno a questo principio anche una sola volta significherebbe creare un precedente che si ritorcerebbe al concetto di democrazia e di libertà, significherebbe togliere il ruolo di luogo pubblico delle sale cittadine, significherebbe tradire la fiducia che le istituzioni pubbliche hanno riposto in noi».

Ultimo aggiornamento: 07:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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