Maxi truffa di Gaiatto, la Procura oscura il sito della Venice Group

Venerdì 28 Dicembre 2018 di Cristina Antonutti
Fabio gaiattom il giorno dell'arresto
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PORDENONE - Non si può più entrare nella piattaforma on-line della Venice Investment Group, la società con cui il portogruarese Fabio Gaiatto ha truffato 2.700 risparmiatori di tutto il Nordest. La Procura di Pordenone ha ottenuto il sequestro del sito internet e d’ora in poi nessun cliente del trader, in carcere dall’11 settembre, potrà più accedervi inserendo le proprie credenziali. È tutto bloccato, compresi i collegamenti con gli smartphone.  La Polizia postale di Pordenone non ha potuto applicare i “sigilli” direttamente al sito, perchè la proprietà è nel Regno Unito, dove la Ltd di Gaiatto risulta avere un recapito a Londra, precisamente in 20-22 Wenlock Road. Il blocco degli accessi è stato possibile intervenendo direttamente sui gestori Tim, Wind e Vodafone. Da qualche giorno è inutile tentare di connettersi con la piattaforma: il motore di ricerca spiega che è «impossibile raggiungere il sito 62.100.206.237» perchè «ha impiegato troppo tempo a rispondere». In realtà è stata la Postale a interdire l’accesso.


LA PIATTAFORMA
Per realizzare la piattaforma Gaiatto si era rivolto a Massimo Minighin, informatico di Fossalta di Portogruaro che la Procura poco prima di chiudere le indagini ha inserito nella lista dei 17 indagati per associazione a delinquere e truffa aggravata. Secondo la Guardia di finanza di Portogruaro, Minighin avrebbe realizzato e gestito il sito dietro un compenso di 600mila euro. Si sarebbe occupato anche degli aggiornamenti, solo che le informazioni sugli investimenti non corrispondevano al vero. «Sono stati usati programmi che di fatto facevano visionare solo profitti e mai perdite», si legge nel capo di imputazione definitivo notificato il 18 dicembre. Su una somma di 20 milioni di euro affidata a Gaiatto - e di cui è stato possibile accertare la consegna - meno del 2% sarebbe stato investito sulla piattaforma IG.
I FALSI RENDIMENTI
I risparmiatori che avevano accesso alla piattaforma non avevano mai dubitato che i rendimenti indicati fossero inventati. Ogni giorno potevano accedere al sito di Venice inserendo la password e controllare il proprio investimento. Un investimento virtuale, perchè dopo l’exploit iniziale, con rendimenti arrivati anche al 10% su base settimanale, in banca non è più arrivato alcun bonifico. Secondo il procutore Raffaele Tito e il sostituto Monica Carraturo, la piattaforma su cui figuravano i «guadagni fasulli» rappresenta «lo strumento essenziale della truffa, in quanto induceva in errore gli investitori sul costante e positivo rendimento». È per questo che è stato chiesto il sequestro, per impedire ulteriori accessi ai risparmiatori.
I CLIENTI
Nonostante l’arresto di Gaiatto e dei suoi principali collaboratori, molti clienti hanno continuato a credere nel trader di Portogruaro sostenendolo su Facebook, incitando a investire sulla piattaforma e scoraggiando gli altri risparmiatori a presentare denuncia. L’inchiesta sulla mega truffa del forex ha potuto accertare una raccolta di denaro quantificata in 67 milioni di euro. L’attività di Gaiatto ha coinvolto almeno 2.700 persone. Soltanto in 823 hanno presentato denuncia (20 milioni di euro investiti), altri 254 (corrispondono a 2,3 milioni) hanno avviato una class action affidandosi all’associazione Afue e 97 (4,8 milioni) sono entrati d’ufficio tra le parti offese perchè hanno subito danni superiori a 30 mila euro. Nonostante la forte perdita, non avevano presentato alcuna denuncia.
Cristina Antonutti

Ultimo aggiornamento: 14:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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