Ex Birreria, è l'ora dell'asta: ora si decide se c'è ancora un futuro

Venerdì 6 Marzo 2020 di Lara Zani
L'ex Birreria
È l'ora dell'asta per l'ex Birreria. Per il complesso di archeologia industriale per il quale nel tempo si sono prospettate diverse destinazioni a cominciare da quella di sede della Questura si apre finalmente la possibilità di una riqualificazione, che porrebbe fine a uno stato di abbandono lungo decenni.
L'EVOLUZIONE
Dopo una serie di slittamenti, è stato infatti pubblicato il relativo avviso e alla fine di aprile si saprà quanti sono i compratori interessati e quali progetti hanno per l'immobile. Chi nei mesi scorsi non ha nascosto il suo interesse è l'Ascom, che punta a realizzare in quel sito uno spazio da destinare a uffici e aule. Resta da vedere se vi siano altri possibili acquirenti. Le offerte per il complesso di archeologia industriale partiranno da un valore di 375mila euro e il termine per la presentazione dell'offerta sono le 12 del 20 aprile. A seguire, alle 10 del 29 aprile si svolgerà la gara. L'aggiudicazione sarà definitiva, a un unico incanto, e a diventare proprietario dell'ex Birreria sarà il concorrente che presenterà l'offerta più alta a partire dal prezzo base. Le sue caratteristiche e le opportunità di destinazione sono delineate nella perizia di stima firmata nel 2018 da Luciano Bortolus. Si tratta infatti di un'area situata all'intersezione fra via della Colonna e via Fontane e composta da terreno e fabbricati compresi all'interno della attuale recinzione. L'area, posta nell'ambito ambito centrale urbano di Pordenone, è ben servita sia per quanto riguarda i collegamenti pubblici corriere e autobus sia per quanto riguarda il verde pubblico, considerato che si trova di fronte al parco di San Valentino, a sua volta in corso di riqualificazione.
LE CARATTERISTICHE
Il terreno, compresi i fabbricati, occupa una superficie di 1.800 metri quadrati, mentre il fabbricato ha una superficie commerciale complessiva di 3.300 metri quadrati, suddivisa fra un piano interrato e tre piani fuori terra. Rispetto alla precedente perizia del 2006, effettuata dall'Agenzia del territorio, l'immobile presenta una riduzione della cubatura da 24.100 a 13mila metri cubi e del terreno da 7.700 a 1.800 metri quadrati, variazioni che sono derivate sempre come spiegato nel documento da una parte dalla demolizione di alcuni fabbricati e dall'altra dall'utilizzo come parcheggio di una consistente porzione dell'area da parte della Questura di Pordenone. «Per poter accedere all'interno dell'area si legge nella perizia di stima è stato appositamente realizzato un percorso nella fitta vegetazione creatasi in tutti questi decenni di totale abbandono. Questo ha consentito di poter vedere l'immobile solo dall'esterno, essendo l'ingresso non accessibile per motivi di sicurezza». Quanto alla destinazione urbanistica, il piano regolatore prevede che per l'edificio di archeologia industriale possa essere consentita la realizzazione di un ulteriore piano sulla parte di edificio più bassa, purché l'architettura del nuovo corpo di fabbrica non abbia carattere di tipo mimetico nei confronti dell'edificio storico, e quindi sia tale da consentire l'integrale lettura originaria dell'edificio stesso. Diverse sono tuttavia le criticità che incidono sul valore attribuito all'immobile dall'esperto: «Il peso del vincolo ad archeologia industriale, la precarietà del fabbricato, i costi per la messa in sicurezza e l'esecuzione di tutti i necessari lavori di recupero e ristrutturazione, la quasi assenza di parcheggio».
 
Ultimo aggiornamento: 13:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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