PORDENONE - «I morti a cifra tonda portano consensi e visibilità, ma ora siamo sprofondati nuovamente nell'oblio»: lo ha affermato lo scrittore ertano Mauro Corona, commentando la vigilia del 51° anniversario del Disastro del Vajont, del 9 ottobre 1963. Esattamente un anno fa, salì in valle l'allora presidente del Consiglio, Enrico Letta, assieme alle massime cariche istituzionali dello Stato e della Regione. Dodici mesi dopo, la valle, secondo le parole dello scrittore, sembra essere stata nuovamente dimenticata.
IL DOCUMENTO ECCEZIONALE
«Un simile genocidio - accusa Corona - andrebbe ricordato ogni anno, perché duemila persone furono sacrificate sull'altare degli interessi economici. Nel 2013, ci fu la sfilata delle "comparsate", visto che i nostri politici si sono fermati il tempo di una sigaretta, ma almeno si accesero i riflettori sul ricordo dei nostri morti e sul dolore di sopravvissuti e superstiti. Anche se so che quel grande trambusto era finalizzato alla visibilità mediatica e magari pure a racimolare voti e consensio».
Ultimo aggiornamento: 16:25
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«Un simile genocidio - accusa Corona - andrebbe ricordato ogni anno, perché duemila persone furono sacrificate sull'altare degli interessi economici. Nel 2013, ci fu la sfilata delle "comparsate", visto che i nostri politici si sono fermati il tempo di una sigaretta, ma almeno si accesero i riflettori sul ricordo dei nostri morti e sul dolore di sopravvissuti e superstiti. Anche se so che quel grande trambusto era finalizzato alla visibilità mediatica e magari pure a racimolare voti e consensio».