Più forti del Covid, le imprese agricole fanno rivivere i sapori dell'orto di una volta

Giovedì 3 Settembre 2020 di Susanna Salvador
Una rete di giovani ha realizzato un progetto che vuole recuperare le tradizioni e i sapori di una volta
PORDENONE - “Terre del Friuli Venezia Giulia” è una rete di imprese del settore agricolo, che si sono associate allo scopo di accrescere la propria capacità innovativa e la competitività sul mercato, realizzando progetti comuni, attività di marketing, di formazione, di ricerca, di informazione, turistiche, di innovazione e di sviluppo. Si presenta così sul suo sito internet questa che è nata come una piccola realtà ma che di mese in mese sta allargando i suoi confini. Una rete di nicchia alla ricerca dei sapori di un tempo, quelli che fanno venire alla mente la tavola imbandita della nonna con i profumi che raccontano casa. «L’intento era ed è quello di unire le forze delle imprese familiari, genuine, autentiche - spiega Sandra Furlan -. Piccole realtà, appunto, che hanno bisogno di conoscersi per raggruppare le forze e fare insieme formazione e promozione».

LE IMPRESE 
Sfogliando le pagine di questa realtà, si scopre che i primi consumatori sono proprio le stesse aziende che attraverso la degustazione dei loro prodotti svelano tanti abbinamenti impensabili, per cui il miele o la marmellata che escono da un impresa della pedemontana, ben si sposano con il formaggio di capra di qualche malga. E di questi abbinamenti che fanno breccia sulle papille gustative ce ne sono a decine. Fare rete, come sottolinea Furlan, per potenziare la vetrina dei prodotti locali. Spesso novità assoluta per il territorio o rinascita di frutti, verdure, essenze delle quali si erano perse le tracce nel tempo. All’Orto Biologico di Cordenons dal 2001 Silvio, appena ventenne, ha deciso di dedicarsi a tempo pieno all’azienda della madre, iniziando gradualmente a coltivare una superficie maggiore fino agli attuali 12 ettari. La filosofia dell’azienda è stata subito quella di vendere direttamente i prodotti coltivati, dando origine al primo spaccio aziendale della zona. A Claut “Agrichecco” gestita dai due giovani soci, Cristina e Tiziano, che alleva in transumanza ovini e caprini con metodo biologico. Oggi, il gregge ha una consistenza di circa 1600 ovini, 20 caprini. A Fiume Veneto c’è “Ai Bassi” dove Luca, perito agrario, ha avviato l’allevamento di cavalli con maneggio. La mamma si dedica alla coltivazione di ortaggi di stagione tra cui il cardo e il cavolo nero. A Maniago “Al luogo del Giulio” è stata creata nel 1930. Oggi, alla terza generazione, la titolare Patrizia ha ereditato l’entusiasmo con cui hanno iniziato i suoi predecessori e incrementato le diverse attività aziendali. A Sacile ci sono i fratelli Franco e Fabio Benedetti che producono ortaggi di stagione e frutta, venduti nel punto vendita aziendale dove si possono acquistare anche piante floricole. 

LA START UP
Poi c’è “Hortuli” a Sesto Al Reghena, una start-up nata alla fine del 2017. Il giovane Samuele, beneficiando delle conoscenze della madre esperta di piante officinali, grazie alla sua esperienza in campo erboristico, ha avviato attività agricola per la coltivazione con metodo biologico di vari tipi di piante aromatiche. Ancora a Villotta di Chions con “Di Iop Ivo” che si è concentrato nella produzione di piante aromatiche e officinali superando le duecento varietà, di piccoli frutti e di erbacee perenni, con metodo di coltivazione biologica. Poi ci sono I Ciliegi di Scorzato Fabrizio & C. a Fontanafredda con ortaggi e frutta biologici da generazioni. A Polcenigo si trova “Luppolo Verde”, nata nel 2017, è condotta dal giovane Federico Comel, laureato in agraria. Il metodo di coltivazione è quello biologico. L’azienda vende anche i germogli freschi del luppolo detti “bruscandoli”. A Cordenons c’è Antonino Pavan che con lo spaccio agricolo, direttamente all’interno dell’azienda, per fornire ai consumatori prodotti a chilometro zero. Spostandosi a Barcis ecco il “Pian dei tass” la cui guida dal 2016 è passata alla giovane Diana. Vengono coltivate le principali varietà di ortaggi, ma la coltivazione prevalente è il frutteto. E ancora a Polcenigo con il “Re Caprone”: la giovane Sarah, ha preso le redini dell’impresa nel 2016. L’attività svolta è l’allevamento di capre con la trasformazione del latte nel mini-caseificio aziendale.

IL COVID
L’emergenza Covid non ha fermato queste realtà che hanno avuto la capacità di adattarsi alle richieste dei consumatori, costretti a casa. E hanno aperto la porta ai bisogni di tanti con le spese a domicilio, un nuovo modo di vendere e acquistare. «Il lavoro era talmente tanto - prosegue Sandra Furlan - che non c’era un attimo di pausa con le consegne». E tanti hanno riscoperto i sapori di una volta.
Ultimo aggiornamento: 18:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci