PORDENONE E UDINE - Stamattina è previsto un vertice: in regia il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e all’altro capo della “cornetta” i presidenti delle Regioni, tra cui Massimiliano Fedriga.
I DATI
Eccoli, i numeri che potrebbero condannare la regione a un passaggio repentino dalla zona gialla al lockdown locale, che nel caso scatterebbe a partire da lunedì 18 gennaio. Stando ai report diffusi quotidianamente dalla Protezione civile, infatti, nella settimana che sarà oggetto di verifica da parte dell’Istituto superiore di sanità (4-10 gennaio) sono stati registrati 4.932 contagi, mentre nella settimana precedente (quella che ha permesso al Fvg di andare in zona gialla) i casi riportati erano stati 3.793. L’aumento sui sette giorni è pari al 30 per cento, ma per arrivare al criterio che si vuole introdurre a livello nazionale, bisogna calcolare l’incidenza sui 100mila abitanti, che nella settimana tra il 28 dicembre e il 3 gennaio è stata di 312 casi, mentre in quella successiva è schizzata a 405 casi. Si tratta del secondo dato più alto (dopo quello del Veneto) in tutta Italia. Qui però ci si deve fermare, perché l’Istituto superiore di sanità calcola esclusivamente i casi sintomatici, riportati cioè in seguito a una diagnosi di malattia. E nella settimana che ha portato la regione in giallo l’incidenza dei soli pazienti con sintomi era di 205 casi su 100mila abitanti. Quindi sotto soglia. A preoccupare, ora, è proprio l’aumento di circa il 30 per cento dei contagi nella settimana tra il 4 e il 10 gennaio. C’è il rischio, infatti, che anche considerando i soli contagi sintomatici il Friuli Venezia Giulia vada a sforare il valore di 250 casi su 100mila abitanti. Allora scatterebbe il lockdown: negozi chiusi, come bar e ristoranti, ma soprattutto spostamenti vietati anche nel proprio Comune se non per comprovate esigenze. Ci sarebbero alcune deroghe, ma la situazione sarebbe simile a quella di marzo.
LA POSIZIONE
«Dobbiamo arrivare almeno a una distinzione tra casi sintomatici e non - ha spiegato il vicepresidente Riccardo Riccardi -. Non si tratta di una questione di lana caprina, ma del nodo fondamentale». Intanto almeno sino al 15 gennaio resterà in vigore l’ordinanza che rinforza il giallo: limiti all’ingresso dei negozi e alle consumazioni nei bar e nei ristoranti a partire dalle 11 del mattino.
LA PROPOSTA
«Evitiamo, lo dico in primis agli amanti delle piazze e della propaganda, di dare messaggi incoerenti. Se Fedriga decide di chiudere le scuole ancora per un mese non è certo il caso di festeggiare la zona gialla. Anzi, se i numeri ed i rischi sono quelli riferiti dall’assessore Riccardi, vanno valutate subito opportune restrizioni regionali», ha suggerito il “dem” Cristiano Shaurli. Un’ordinanza più stringente è possibile, ma i campi a cui si applicherebbe scarseggiano. Infine c’è tensione anche in Fvg per una possibile manifestazione delle categorie danneggiate chiamata “Io apro” e in programma per venerdì. Lo stesso giorno il Fvg potrebbe essere messo in “rosso” dal governo.