Centro segreto per fare i tamponi a Pordenone: appuntamento in poche ore, gestito anche dai no vax

Si trova solo se si conosce la strada, altrimenti è "invisibile". Ci lavorano un medico di base, una infermiera e un gruppo di no vax

Sabato 15 Gennaio 2022 di Marco Agrusti
Centro segreto per fare i tamponi a Pordenone
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SAN MARTINO AL TAGLIAMENTO - Se non lo conosci, non lo trovi. È matematico. Tutto attorno c'è la campagna, che alle sei di sera d'inverno è buia. Devi conoscerlo, il posto, per arrivarci. Non c'è un'insegna, un cartello. Niente di niente. L'atmosfera è da posto segreto. E infatti per raggiungerlo la chiave è il passaparola. Il tam tam sui social, ma anche le voci di paese. Quasi nascosto tra San Martino al Tagliamento e Valvasone Arzene, c'è un centro per i tamponi segreto, dove le attese eterne delle farmacie sembrano non esistere e dove un appuntamento si può ottenere la sera per la mattina. E dove oltre a un medico e un'infermiera, a gestire le operazioni come volontari ci sono convinti no-vax.

Come la maggior parte dei clienti, che arrivano ormai non solo dal circondario, ma anche da lontano. «Perché conviene», spiega un tamponando in attesa.


Il centro segreto dei tamponi

Siamo a San Martino al Tagliamento, provincia di Pordenone. Via Strigelle, una laterale che parte da una chiesetta immersa nel buio. A destra, i capannoni dell'ex Silani, azienda che ora lascia spazio alla vitivinicola Pitars. Un magazzino, trasformato in parte in un centro tamponi. Nell'oscurità, una fila di fari rossi e bianchi, di macchine con a bordo persone in cerca di un test. È qui il centro tamponi di San Martino, chiacchierato ormai da tempo e diventato meta dei no-vax che per lavorare hanno bisogno di un tampone. È allestito in un'ala del capannone. La scritta entrata compare su un cartone appoggiato al pavimento. Alle spalle dei due operatori sanitari ci sono casse di vino. Pronte ad essere spedite. In regia, il medico di base di San Martino, Silvio Gandini. La spalla, l'infermiera che lo assiste in ambulatorio. Sono entrambi vaccinati con la terza dose, ma non lo sono i tre volontari che si occupano dei moduli da presentare ai clienti. «Per scelta», dicono.
Il centro tamponi di San Martino è un mondo a parte. «Le attese - spiegano sempre i volontari - qui praticamente non esistono. Si chiama un numero di cellulare e si ottiene l'appuntamento in poche ore». Non male, per chi non ha il vaccino e deve lavorare, visto che in farmacia si rischia di aspettare giorni. «Funziona tutto con il passaparola - spiega il medico Gandini -, la voce si è sparsa e adesso abbiamo 120 persone ogni sera».


Quando apre il centro tamponi

Il centro per i tamponi sconosciuto apre tre sere la settimana. «E adesso troviamo venti positivi ogni sera - racconta ancora Gandini -. Ci sono anche dei pazienti sintomatici, che sono miei assistiti e mi chiedono di poter venire qui, perché si fa più in fretta. Io credo che ogni Comune dovrebbe mettere a disposizione un servizio del genere. Le persone sono in difficoltà, non sanno come fare per poter lavorare. Io sono a favore del vaccino e ho fatto anche la terza dose, ma con i no-vax non ci puoi parlare. È una battaglia persa; detto questo, non è giusto che non si possa trovare un tampone in tempi ragionevoli». Il centro è un drive-in. Non si scende mai dalla macchina. Gli operatori (no-vax e vaccinati) seguono il percorso passo dopo passo. «E tutto viene registrato nel sistema dell'Azienda sanitaria - spiega Gandini -. Il positivo viene contattato al telefono, mentre al paziente negativo viene dato il Green pass. So che ci sono state diverse chiacchiere, ma siamo in regola. Arrivano persone da tutta la provincia e oltre». I prezzi? Dodici euro per un tampone rapido a un adulto, sette per un minore.

Da centro clandestino a regolare

Il centro per i tamponi esiste da quando il Green pass è diventato obbligatorio per lavorare. Ma ha una storia travagliata. L'esordio era macchiato dalla clandestinità, con al comando infermieri sospesi e provenienti dal Meridione. Poi è intervenuto il sindaco, Francesco Del Bianco. «Mi sono attivato per coinvolgere il nostro medico di base e rendere più regolari le operazioni. L'Azienda sanitaria ne è a conoscenza e ha vagliato l'operazione». Non è chiaro, però, se sia a conoscenza anche del fatto che a seguire una parte della procedura siano volontari no-vax.

Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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