Calcio dilettanti in fibrillazione anche in Fvg. La nuova riforma dello sport continua a far discutere.
ANIMI CALDI
Non è finita qui, perché tutti i presidenti (o delegati) presenti si sono dichiarati disponibili a non far scendere in campo le proprie squadre. Uno sciopero "bianco" che potrebbe protrarsi ben oltre che la giornata d'esordio. Quella a teatro è stata una serata interlocutoria. Adesso si sta stilando una lettera d'intenti da far pervenire al presidente del comitato regionale della Figc, Ermes Canciani, con preghiera di farla recapitare a Roma dove domani si riunisce il consiglio federale. Nero su bianco che nel contempo sarà spedito - via pec - a tutte le società del Fvg. La richiesta è quella di rispondere sì o no alle proposte fatte, in modo tale da creare un movimento di protesta compatto. Un movimento, partito dal basso, con cui chi di dovere dovrà comunque fare i conti.
I DISSIDENTI
A muoversi sono stati i presidenti della Pro Cervignano (Giorgio Tellini) e del Trivignano (Matteo Menarbin). Non è un caso che già alcuni segretari volontari di società abbiano alzato bandiera bianca demandando il lavoro tra carte, regolamenti e oneri vari direttamente ai presidenti. Adesso, probabilmente, ci si sta rendendo conto di cosa comporta (e comporterà) mettersi al passo con una riforma che "spara nel mucchio". Si volevano colpire le società sportive solo di nome e non di fatto? O colpire chi, sotto le mentite spoglie di atleti, allenatori e figure varie, percepiscono rimborsi equiparabili a veri e propri stipendi? Tutti d'accordo, ma questa Riforma - votata trasversalmente - rischia di diventare un boomerang. E allora a essere colpiti in piena faccia non saranno i presidenti di società, i giocatori, gli allenatori e quanti altri gravitano nel variegato mondo dei dilettanti. Lo saranno anche le amministrazioni comunali e regionali che rischiano di trovarsi in mano impianti senza voci.