Famiglia bomber: dal Friuli i Borda festeggiano la vittoria della loro Argentina

Lunedì 19 Dicembre 2022 di Roberto Vicenzotto
L'entusiasmo

PORDENONE - L’Argentina ha vinto i mondiali di calcio 2022 e “ho sudato come giocare tre partite, noi dobbiamo sempre soffrire per gioire”. Trattiene a fatica l’entusiasmo Carlos Norberto Borda, puntero argentino ben conosciuto in provincia per quanto sa fare in zona gol.

Dalla fine del mondo, per umilmente usare l’espressione di papa Bergoglio appena salito al soglio pontificio, gli echi riverberano. 

IL PIANTO
Borda assapora in casa il successo nazionale con i figli Esteban e Sebastian e la moglie Luciana, pure lei di Canada de Gomez. Città vicina a Rosario, dove sono nati Messi, Icardi e compagnia. «Abbiamo sofferto per una partita dominata fino al 70’, poi ancora una volta si è dimostrato come i campioni sappiano girarla in 5 minuti. Alla fine ci è andata bene ai rigori» sospira. «In famiglia siamo un po’ influenzati, ma questo non ci ha privato di viverla intensamente, soffrendo. La partita non finiva più, con gol di qua e di là, direi che è stata emozionante ancora più che sofferta. Abbiamo finito tutti piangendo. Saremo anche esagerati, ma è il nostro modo di vivere il calcio».

SUL DIVANO
Provando a riassumere il tutto con una parola, Carlons Norberto Borda mette lì uno “spettacolare” che risolve parecchio. «Prima di cominciare la pensavo una partita difficile – afferma l’attaccante ora in forza al Sarone 1975 2017 – perché eravamo tutti consapevoli di cosa ci attendesse. Pure considerando che la Francia gioca bene, come noi ci danno più fastidio squadre come l’Arabia Saudita, che attaccano alto e non lasciano giocare. I francesi hanno Mbappè e possono deviare in un momento». Il sentimento di emozione unisce i continenti. «Siamo collegati costantemente con l’Argentina – racconta Borda - là è davvero la fine del mondo. Sono tutti fuori a festeggiare, hanno fatto carovane nelle strade, tutti vivranno per molte settimane questa festa. Non nascondiamoci, ci fanno bene queste cose, perché coprono la mala gestione del nostro Paese. L’economia va male, una vittoria ai Mondiali di calcio è un po’ di aria fresca».

I LEGAMI
La struggente anima d’Oltre oceano rinnova i legami tramite il pallone. «In Argentina ci voglio tornare, anche se i figli sono nati qua. Loro vorrebbero andare là, la mia testa dice di no per scuola, sicurezza ed economia. Cerco di trattenerli, almeno finché non saranno maggiorenni. Sebastian è stato in prova 2 mesi per testare il calcio laggiù, ma non c’erano le condizioni per metterci d’accordo. A febbraio porterò Esteban perché viva un’esperienza a Rosario, entrando in altre realtà, poi si deciderà». La Nazionale italiana ha battuto quella francese ai rigori in una finale mondiale già nel 2006. In Qatar si è giocato senza Italia e ha vinto l’Argentina. «Se gli azzurri avessero giocato come nell’Europeo, avrebbe detto la loro anche in questo Mondiale. La competizione sarebbe stata ancora più bella» assicura Borda. Il quale non ha detto ancora un dettaglio: verdetto giusto? “Sempre sostengo che, giusto o no, chi vince ha ragione. Sono contento specialmente per Messi. Se l’è meritato, per la persona che è e per tutto il percorso che ha fatto. Non ha mai mollato, neanche quando le cose non andavano bene e i tifosi lo massacravano». Certo che quel paragone con Maradona… «Anche adesso che ha vinto pure il Mondiale gli chiederanno di più per essere come Diego, non basterà mai per andare a pari». Il sottofondo simil motivazionale della Selecciòn è stato l’adattamento, trasposto con Maradona e i suoi genitori in cielo, di “Muchachos, esta noche me emborracho”, del gruppo argentino La mosca Tse-tse, famoso in Italia una ventina di anni fa per “Para no verte mas”. Si preferisce “Adios muchachos”, tenendo in testa quel tango di Carlos Gardel, argentino ma nato a Tolosa in Francia quasi cento anni fa. 

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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