Febbre da finale.
QUEI LEGAMI
Le due nazionali sono connesse da antichi legami di sangue – la Francia è stato il terzo paese per immigrazione in Argentina dopo Spagna e Italia -, culturali – Carlos Gardel, il maestro del tango, nacque a Tolosa, ma già a tre anni divenne argentino -, architettonici - alcuni viali di Buenos Aires ricordano Parigi -, letterari e persino calcistici. Da Higuain a Trezeguet, una sfilza di nomi illustri con i due paesi nel sangue. Trezeguet, per dire, ha confessato di essere contento se vincerà Messi. Ma le due bande rappresentano soprattutto produttori seriali di giocatori: uno studio del Cies (Centro Studi sullo Sport), datato maggio 2022, ha stabilito che la Francia con 978 giocatori impegnati nei campionati stranieri è la seconda nazione al mondo e l’Argentina è terza con 815. Due nazionali navigate, abituate a calcare i migliori palcoscenici del calcio, gente con la scorza dura e senza paura, soprattutto gli argentini, costretti a cambiare continente per fare fortuna, in una emigrazione al contrario. La Francia – mistero dei mercati – vale quasi il doppio: 1,03 mld di euro contro i 645,2 dell’Argentina. I Blues hanno il giocatore più caro del mondo – Mpappé è quotato 160 mln -, mentre il talento di maggior pregio dell’Albiceleste è l’interista Lautaro Martinez, meno della metà: 75. Messi paga i 35 anni, ma la verità è che Leo è un gioiello senza prezzo. La Francia è quarta nel ranking Fifa, l’Argentina terza, tanto per ribadire che, in partenza, si annuncia una sfida decisamente equilibrata.
TUTTI RECUPERATI
La vigilia è stata diversa. Deschamps ha tremato fino a ieri mattina, ma quando il medico gli ha comunicato che il peggio era passato, l’allenatore francese ha ritrovato il sorriso: «Vogliamo aggiungere una stella alla nostra maglia. Guidare la nazionale è la cosa più bella della mia carriera. Qui sto benissimo. Per me è un onore guidare la Francia». Deschamps si è guadagnato la conferma con la semifinale: il futuro è nelle sue mani. Sulla partita, il tono è stato meno conciliante: «L’Argentina ha molti tifosi nel mondo e anche in Francia c’è chi si augura il trionfo di Messi. Noi abbiamo fatto di tutto per arrivare fin qui e vogliamo il secondo titolo di fila». Deschamps è a caccia del bis, impresa riuscita solo a Vittorio Pozzo (1934 e 1938). Modulo e formazione non hanno tolto il sonno al ct francese: via libera al 4-2-3-1 e alla squadra base. L’Argentina ha due pensieri fissi nella testa: come fermare Mbappé e come soffocare Griezmann, uomo chiave della Francia. Scaloni ha provato diverse soluzioni negli ultimi allenamenti: 5-3-2, 4-4-2, 4-3-3. Con la difesa a cinque, entra Lisandro Martinez. Con gli altri moduli, chance per Di Maria titolare. Al termine della seduta, gigantesca foto ricordo dell’Albiceleste, piena di ospiti illustri nel ritiro: Aguero, Lo Celso, Nicolas Gonzalez. Aguero ha condiviso la stanza con Messi: un’amicizia di ferro lega i due personaggi. Leo salirà oggi sul tetto della classifica presenze al mondiale (26), cercherà il titolo di capocannoniere (quota 5 insieme a Mbappé), ma soprattutto insegue quel titolo sfuggito nelle quattro edizioni precedenti. Scaloni, commosso fino alle lacrime, ha ringraziato la truppa: «Hanno dato tutto. Comunque vada è stato un viaggio bellissimo. Dobbiamo trascorrere queste ore divertendoci e poi goderci la finale. Il nostro popolo ha bisogno di una grande gioia. Mbappé è un campione, ma la Francia non è solo lui. E l’Argentina è grande: l’ultima partita al mondiale di Messi merita il titolo». Le nonne dell’Albiceleste sono pronte a festeggiare. Le abuelas argentine sono donne coraggiose e rispettate. Hanno sfidato i militari. Ora vogliono portare in trionfo Leo e i suoi fratelli.
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