Dopo il bar chiuso dal giudice, in centro monta la protesta: «Così si uccidono i locali»

Venerdì 26 Agosto 2022 di Redazione
La chiusura del bar "Micco's"
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 PORDENONE - Prima il silenzio forzato dovuto alla pandemia, poi una sorta di “tregua” nella quale il rumore era il segno del tanto auspicato ritorno alla normalità.

Ora però quella tregua fra locali pubblici e residenti sembra essere finita e i sigilli al “Micco’s Bar” di corso Vittorio Emanuele sembrano preludere a un riaccendersi delle proteste, proprio in quello che per le attività dovrebbe essere l’autunno della ripartenza.


I LOCALI


«È chiaro che c’è preoccupazione - commenta Nezir Sezgin, del “Molo” di piazza XX Settembre -, ma del resto siamo abituati a essere preoccupati per qualche cosa: non sappiamo mai da che parte arriveranno i colpi questa volta».
«Noi rispettiamo le regole - precisa -, ma non ritengo sia la direzione giusta quella di supportare le persone che sporgono lamentele, perché i negozi ne soffrono. In altre zone come il Veneto questi problemi non esistono e il commercio lavora meglio, le attività di ristorazione sono più ambiziose, azzardano di più e questo fa sì che la città sia più interessante. Il centro di una città deve essere il suo cuore pulsante. Troviamo una soluzione, rifacciamo gli infissi e insonorizziamo. Altrimenti - lancia la provocazione - mettiamo il coprifuoco. Una quindicina di anni fa - ricorda - non era così, la città era più viva e pulsante».
«Se vogliamo far morire il settore - concorda Simone Paroni dell’”Ovest”, all’incrocio fra via Cesare Battisti e corso Vittorio Emanuele -, questa è la strada giusta». 
Il locale non ha mai avuto problemi con i residenti, «e quando chiudiamo - racconta -, invitiamo i clienti a non restare in zona a fare rumore. Cerchiamo di mantenere il decoro e abbiamo un ottimo rapporto con i vicini. Facciamo tutto quello che possiamo, ma è chiaro che non abbiamo la possibilità di intervenire nel caso in cui ci dovessero essere persone che si trattengono dopo l’orario di chiusura e disturbano».


L’ASSESSORE


«L’indirizzo dell’amministrazione comunale non è quello di chiudere i locali pubblici che fanno musica all’esterno. Quello che è accaduto al Micco’s bar non è legato a provvedimenti comunali, ma da quanto abbiamo saputo è figlio di esposti di privati. La polizia locale ha solo eseguito una disposizione della magistratura». A parlare l’assessore al Commercio e Sicurezza, Emanuele Loperfido. «La città deve essere viva anche grazie alle iniziative dei gestori dei locali pubblici, pur rispettando la sensibilità dei residenti. Per questo - conclude Loperfido - abbiamo consegnato a tutti i bar della città un vademecum con le regole da seguire e rispettare».


IL BAR CHIUSO


Intanto restano i sigilli apposti mercoledì pomeriggio al Micco’s Bar” di corso Vittorio Emanuele. La chiusura è scattata in esecuzione di un’ordinanza di sequestro preventivo firmata dal Gip di Pordenone Rodolfo Piccin accogliendo la richiesta della Procura.
La titolare, Lucia Micco, conferma di aver presentato richiesta per il dissequestro, anche se per ora non vi sono novità. Se la richiesta dovesse essere accolta, potrà eventualmente riaprire, a patto però di rispettare alcune regole ulteriori. Nel frattempo, prosegue l’attività al vicino Embassy, al quale indirizza anche un cartello collocato nella vetrina del bar chiuso.

Ultimo aggiornamento: 12:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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