Pordenone. Una banda di ragazzini tiene in ostaggio i negozi: «I clienti scappano, hanno paura»

Sabato 24 Febbraio 2024 di Marco Agrusti
Via Mazzini

PORDENONE - Il salto di qualità è rappresentato da una lettera. Che può servire o non servire, ma è civile, quanto decisa. A firmarla sono i commercianti di via Mazzini, finiti loro malgrado in una “zona rossa” di Pordenone che è nata un po’ per caso, ma che è inaspettatamente difficile da “spegnere”. Gli autori della missiva, diretta alla Gea da un lato ma soprattutto al Comune dall’altro, sono sei negozianti. Cosa lamentano? Sporcizia cronica e sensazione di insicurezza. La “mano” è sempre la stessa, quella cioè di «bande di ragazzini che ormai spaventano tutta la zona».

E che nemmeno l’invio in massa delle forze dell’ordine - operazione coordinata tra il prefetto e il Comune - è riuscito a far desistere. Cosa vogliono, nel dettaglio, i commercianti? «Niente di incredibile: una telecamera puntata sull’ingresso del parco Querini e un’altra nei pressi del bar Calice d’oro. Telecamere che funzionino, però». 


IL CLIMA
A prendere la parola è una delle sei commercianti che hanno firmato la lettera da inviare al sindaco Ciriani e alla società Gea. «Dalle 15 in poi e fino alla sera inoltrata - spiega - via Mazzini si è trasformata in un deserto. Prima c’era un ottimo traffico, adesso non c’è più niente. E il motivo - spiegano - è solamente uno: i nostri clienti si lamentano di continuo perché hanno paura delle compagnie che frequentano questo tratto di strada». E i controlli, lo ripetiamo, ci sono eccome. Le pattuglie delle varie forze dell’ordine impegnate nel cosiddetto presidio fisso sono ben evidenti. Di giorno, così come di sera. Il dispositivo, ecco, non manca. Anche il Comune ha fatto la sua parte, schierando gli steward urbani. Ma in via Mazzini evidentemente la soluzione non è così a portata di mano, considerando anche il fatto che spesso e volentieri questi gruppi di giovani sono formati da minorenni, con tutte le conseguenze del caso in punta di diritto. 


COSA SUCCEDE
Perché i commercianti di via Mazzini hanno scelto di esporsi e di scrivere una lettera? La situazione non è cambiata negli ultimi giorni. «Anzi - spiegano - sono mesi che le cose stanno così. Ma adesso la misura è colma e dobbiamo tutelare anche il nostro lavoro». E di conseguenza la clientela, che si dirada proprio a causa delle frequentazioni che “macchiano” via Mazzini tutti i giorni. «I clienti - spiegano ancora i sei commercianti - raccontano di essere stati minacciati per una sigaretta, di aver ricevuto richieste insistenti per l’elemosina, perfino di essere stati spinti dai soliti soggetti che frequentano le panchine della strada in questione. Per questo chiediamo un impianto di sorveglianza concentrato soprattutto su due punti caldi: il bar Calice d’oro e l’ingresso del parco Querini che si affaccia su via Mazzini. Non vogliamo di più». 


SPORCIZIA
E poi c’è il tema dei rifiuti, già emerso più volte proprio in corrispondenza dell’ingresso del parco, ma che tocca anche le attività commerciali. «Preservativi, bottiglie a terra, pezzi di plastica. Ogni mattina dopo le notti di via Mazzini siamo costretti a raccogliere praticamente di tutto», termina così la lettera degli esercenti. 

Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 10:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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