Sassi contro le case dei residenti e spaccio di droga: via Pontinia nel mirino dei bulli

Gruppo di giovani, alcuni arrivano da fuori. In settimana incontro col nuovo prefetto

Domenica 15 Ottobre 2023 di Loris Del Frate
Sassi contro le case dei residenti e spaccio di droga: via Pontinia nel mirino dei bulli

PORDENONE - In questo momento il focolaio più grosso da spegnere è in via Pontinia, una delle zone calde di Pordenone. Ma gli interventi dovranno essere integrati anche con altri siti, come via Cavallotti, via Mazzini, ancora il Bronx, via Marco Polo e piazzetta Celso Costantini. È questa, più o meno la mappa in città delle aree in cui alcune bande di giovani (diversi i minorenni) si stanno esibendo in maniera sempre più muscolare, anche con episodi di violenza (risse, danneggiamenti, danni ai privati e atti di bullismo). A questo si deve poi aggiungere pure il fenomeno degli ubriachi, stranieri e italiani, sbandati e tossici che si ritrovano con il calare del buio.

Sino ad ora grandi problematiche di ordine pubblico non ne hanno causate, qualche lite, rumore, ubriachezza molesta e insulti ai cittadini che provavano a lamentarsi. Non è il Bronx (quello di New York, tanto per intenderci) ma è comunque ovvio che per una città in cui il livello di sicurezza è decisamente alto, è meglio sedare sul nascere fenomeni di questo tipo prima che possano prendere brutte pieghe difficili poi da controllare.


VIA PONTINIA
Come detto è la situazione a maggior rischio in città, tanto che ci sono state ultimamente (ma anche in estate) diverse segnalazioni ai carabinieri e alla Polizia locale da parte dei residenti. Non solo. Il livello dell'intolleranza si è alzato, perchè se quest'estate c'erano un gruppo di giovani che parlavano a voce alta sino a tardi, bevevano e si facevano qualche spinello, ultimamente ci sono stati altri problemi, come sassi sui vetri delle finestre dei residenti e sulle porte di ingresso delle abitazioni. Proprio per evitare una escalation il Comune di deciso di intervenire potenziando i controlli e pressando l'area.


CHI SONO
Rispetto a questa estate quando il gruppo era prevalentemente dell'area delle case popolari di via Pontinia, ora ci sono anche diversi giovani che vengono da fuori, da altri comuni e hanno fatto comunella con i locali. Si tratta di una ventina di persone. Dalle segnalazioni pare anche che ci sia uno spaccio di droga abbastanza importante, seppur sempre legato alle esigenze del gruppo che ha preso possesso di quel territorio.


LE ALTRE ZONE
Oltre al Bronx dove i fenomeni non si sono esauriti e il gruppo di teppisti è ancora presente anche se ha ridotto le incursioni (una baruffa è accaduto comunque l'altra sera) in attesa evidentemente che si calmino le acque, le problematiche maggiori si evidenziano dove ci sono i mini market etnici e dove sempre più spesso, visto che sono aperti sino a tardi, si radunano diverse persone, sia stranieri (in maggioranza) che italiani. È chiaro che tra l'alcol, vecchi screzi mai sopiti, differenze tra etnie e qualche scambio di sostanze non pagate, non serve molto ad accendere la scintilla che poi porta alle risse e in qualche occasione anche all'uso di armi bianche. Senza contare alcune "spedizioni punitive" per saldare qualche conto pregresso. Se le cose vanno bene, ossia non ci sono scontri, restano gli ubriachi e il rumore che spesso non permette a chi vive vicino di dormire. Il quadro, dunque, è più o meno questo.


COSA FARE
La polizia municipale è senza dubbio quella più attiva, anche perchè le altre forze dell'ordine hanno anche altri problemi legati a controlli e indagini. Gli agenti della Municipale fanno spesso controlli e hanno pure individuato, in alcune occasioni, come spegnere focolai che avrebbero potuto attecchire molto di più. Resta il fatto che oltre a questo non c'è molto altro. Il nuovo prefetto, Natalino Domenico Manno, arrivato in città da poco meno di due settimane sul fronte delle baby gang ha acceso un faro decisamente importante, anche perchè avendo lavorato a Milano dove ci sono senza dubbio problemi ben più grossi che a Pordenone, non intende lasciar correre. Nel suo intervento aveva fatto capire che certamente nel caso di fenomeni delittuosi ci sarebbe stata la repressione, ma l'importante era anche cercare di dare ai giovani, spesso disorientati e senza riferimenti, del segnali legati al recupero sociali e quando possibile intervenire anche sulle famiglie. Una doppia via, dunque, quella della repressione con le forze dell'ordine, quando è necessaria, ma anche quella del recupero sociale e culturale con tutte le istituzioni.

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