Preparavano i furti su Google Maps,
anche 26 colpi a notte: condannati

Martedì 13 Maggio 2014 di Cristina Antonutti
Uno dei diamanti rubati dalla banda e l'arresto di uno dei predoni, Marcel Cotet
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PORDENONE - Super condanne con espulsione finale, nonostante l’inaspettata confessione resa ieri al processo. «Ci siamo pentiti», hanno detto dopo un anno e due mesi di detenzione. Ma la banda dei moldavi, famosa per aver messo a segno anche 26 colpi in una notte sola, stroncata poco più di un anno fa dai carabinieri di Aviano, perde comunque i suoi capi.



La sentenza pronunciata ieri dal giudice Rodolfo Piccin li terrà in carcere ancora a lungo. Le richieste del pm Monica Carraturo sono state accolte quasi nella loro totalità. Marcel Cotet, 24 anni, ladro seriale che in Svizzera attendono perchè deve rispondere di 100 furti, è stato condannato a 4 anni e 400 euro di multa. Revocata la condizionale ottenuta a Udine, dove era stato condannato a 2 anni e mezzo per furti.



A Mihail Cheptene, 23 anni, residente a Spinea, sono stati inflitti 4 anni 8 mesi e 600 euro di multa. Entrambi sono stati interdetti per 5 anni di pubblici uffici e, come misura di sicurezza, saranno espulsi una volta espiata la pena. Sono stati condannati in solido a risarcire la parte civile, un imprenditore di Castelcucco (Treviso) a cui avevano devastato la casa, rubato 15 mila euro, un orologio d’oro e un anello Damiani con un diamante da due carati. Dovranno versare una provvisionale di 20 mila euro. E dovranno pagarsi, oltre alle spese, il mantenimento in carcere. Il rito abbreviato ha loro regalato uno sconto di pena di un terzo. Solo per due furti sono stati assolti.



Nina Cheptene, 53 anni, di Spinea, madre di Mihail, ha patteggiato 1 anno 3 mesi e 500 euro di multa per ricettazione: aveva lei il diamante, doveva trovare un acquirente. Assolta Michaela Stoica, 27 anni, moglie di Cotet, a cui si contestava la ricettazione del computer rubato alla Mosaici Moruzzi di Travesio. Il pc aveva un programma di sicurezza eccezionale: oltre al Gps che ha consentito ai carabinieri di localizzarlo, fotografava attraverso la web cam chiunque si collegasse a internet. Come è successo a Cotet e moglie.



Cotet e Cheptene rispondevano di 14 capi di imputazione. La banda preparava i colpi studiando Google Maps. Cercavano le abitazioni da svaligiare, montavano le tende nelle vicinanze e studiavano le abitudini degli inquilini. Rubavano gioielli, soldi, automobili, ma anche generi alimentari. È su una buccia di banana e un succo di frutta che gli inquirenti hanno cercato il loro Dna. Hanno colpito a Caneva (sei vittime tra il dicembre 2012 e gennaio 2013), Farra Vicentina, Tarcento, Castelcucco e Ponte di Piave.



Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Laura Ferretti, Giuseppe Brollo e Antonio Alessandri; per la parte civile Gino Zambianco.
Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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