Saonara. West Nile, scoperto un focolaio. Partono le disinfestazioni a tappeto, ecco dove

La procedura in caso di cluster prevede che le amministrazioni comunali mettano in atto un piano di disinfestazione nelle aree a ridosso delle residenze delle persone infettate

Venerdì 18 Agosto 2023 di Serena De Salvador
Partono le disinfestazioni (foto d'archivio)

SAONARA (PADOVA) - Non più solo casi singoli: ora nel Padovano c'è anche un focolaio di virus West Nile. La notizia è stata ufficializzata ieri dal Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 6 Euganea, che nella nostra provincia ha individuato finora, nel giro di otto giorni, tre casi isolati con altrettanti uomini (50, 79, 77 anni) ricoverati perché colpiti da sintomi neuroinvasivi della malattia. Ieri però è emerso un ulteriore caso a Vigonovo, nel Veneziano. Il paziente non è padovano, ma l'area è a breve distanza dalla residenza del 50enne di Padova ricoverato l'8 agosto. Per questo è scattato il cluster, che ora prevederà misure di disinfestazione straordinaria nei comuni di Padova, Vigonovo e Saonara.

Le disinfestazioni

La procedura in caso di cluster prevede che le amministrazioni comunali mettano in atto un piano di disinfestazione nelle aree a ridosso delle residenze delle persone infettate, per cercare di eliminare tanto le larve quanto gli esemplari adulti della zanzara culex pipiens (la zanzara comune, che punge dopo il crepuscolo).

Per quanto riguarda il cluster della cintura urbana zona est del capoluogo le modalità saranno differenti. A Saonara non sono finora emersi casi di contagio, ma una parte del territorio è geograficamente compresa tra le aree in cui risiedono il contagiato padovano e quello veneziano. L'area delle zanzare potenzialmente infette include quella parte di territorio, pertanto si procederà con le disinfestazioni. Per la parte padovana, la zona di contagio del 50enne corrisponde a un'area semi-rurale, dunque sì anche in questo caso alle disinfestazioni, ma meno impattanti rispetto a quelle da adottare nelle zone a grande densità abitativa. Più complessa sarà le gestione a Vigonovo, poiché il paziente ricoverato ieri abita in paese. Lì saranno dunque necessari interventi più strutturati.

La situazione del contagio

Finora nel Padovano i casi di febbre del Nilo in forma grave, che hanno avuto conseguenze neurologiche encefalitiche, sono stati tre, scollegati tra loro. Il primo, come detto, è stato il 50enne che vive in campagna al confine est di Padova, ricoverato l'8 agosto. L'11 è invece arrivato in ospedale un 79enne della zona di Monselice. Infine il 16 agosto è emerso un terzo caso: un 77enne che risiede nella periferia sud di Padova, anch'egli ricoverato. Un panorama che spinge l'Ulss a mantenere alta l'attenzione, ma profondamente diverso dal grave allarme vissuto la scorsa estate, con oltre 80 persone che avevano manifestato sintomi neuroinvasivi. Una percentuale molto alta, dal momento che la West Nile nell'80% dei contagi è totalmente asintomatica, causa febbre nel 20% e complicanze neurologiche nell'1%. Attualmente dunque i contagi totali in provincia potrebbero essere circa 300. L'Ulss torna a fare appello alla prevenzione, a partire dall'uso di repellenti, zanzariere e pasticche antilarvali, oltre ovviamente a evitare ogni tipo di ristagno d'acqua. 

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