Ferì un ladro 10 anni fa: Mattarella respinge la richiesta di grazia per Walter Onichini

Il macellaio di Legnaro deve scontare quattro anni. L’avvocato. «Che amarezza»

Sabato 16 Settembre 2023 di Marco Aldighieri
Walter Onichini

PADOVA - Nessuna grazia per il macellaio Walter Onichini. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rigettato la sua domanda. Niente libertà anticipata. Il 22 luglio di dieci anni fa per avere sparato a un ladro penetrato nella sua abitazione di Legnaro in provincia di Padova, Onichini è stato accusato di tentato omicidio e condannato in via definitiva a quattro anni di carcere. Lo scorso 23 gennaio, dopo 19 mesi di reclusione, è tornato dalla sua famiglia nell’abitazione di Camponogara in provincia di Venezia. 
Gli è stata concesso, dal Tribunale di sorveglianza, l’affidamento in prova ai servizi sociali.

Oltre a impegnarsi nel volontariato, Onichini può lavorare nella macelleria della sorella Chiara sempre in provincia di Venezia. Ma dalle 22 alle 6 del mattino deve restare in casa e non gli è permesso uscire dai confini della regione Veneto. 


LA DOMANDA
La domanda per ricevere la grazia dal Presidente della Repubblica era stata presentata dall’allora moglie, attraverso il legale Ernesto De Toni, il 17 novembre del 2021 al magistrato di sorveglianza. La aveva chiesta a gran voce anche Matteo Salvini e il partito del presidente del consiglio Giorgia Meloni. La richiesta, un documento di dieci pagine, è stata poi inoltrata al Ministero di Giustizia il 24 agosto dell’anno scorso. E questa settimana, dopo ventidue mesi, è stata rigettata. 
«La domanda di grazia è rimasta ferma a Padova per oltre 9 mesi poi finalmente trasmessa al Ministro della Giustizia a Roma e di essa nessuno aveva più saputo dirci nulla. Dal 23 gennaio di quest’anno Walter Onichini è stato ammesso all’affidamento in prova ai servizi sociali - ha dichiarato il legale De Toni - e ha potuto finalmente cercare di riprendere in mano la propria vita. Rimane l’amarezza per la palese diseguaglianza di trattamento per due persone che avevano entrambe commesso dei reati per i quali sono stati condannati ma una fino ad allora incensurata dopo 9 anni dai fatti è finita in carcere 48 ore dopo che la sentenza era diventata definitiva e vi è rimasta per 16 mesi e l’altra, pluripregiudicata, irregolare ed espulsa dal territorio italiano, con una pena di 3 anni e otto mesi di reclusione passata in giudicato da settimane e che poteva essere arrestata quando era venuta in Tribunale a Padova per chiedere i danni e testimoniare su quanto era accaduto, ma si era potuto rendere irreperibile perché non era stato tempestivamente emesso l’ordine di carcerazione».


LA BEFFA
L’avvocato si riferisce al ladro albanese Elson Ndreca. Lo scorso 8 marzo lo straniero, per l’ennesima volta avrebbe dovuto comparire davanti al Gup di Padova Claudio Marassi perché accusato di falsa testimonianza per non aver fatto i nomi dei suoi complici durante il colpo all’alba del 22 luglio del 2013 a casa di Onichini. Ma il giudice, nell’occasione, ha applicato la Legge Cartabia. Quindi ha proceduto con la sentenza di non doversi procedere per mancata conoscenza della pendenza del processo da parte dell’imputato. 
Il dispositivo della sentenza tuttavia contiene l’avvertimento alla persona eventualmente rintracciata, che il processo a suo carico sarà riaperto davanti allo stesso Tribunale di Padova che ha pronunciato la sentenza. Insomma, se per caso le forze di polizia entro il 17 gennaio 2026 dovessero rintracciare e fermare Ndreca, il ladro professionista dovrà comparire davanti al Gup per essere processato. 
Ndreca da Milano era venuto a casa di Onichini proprio per commettere il colpo e per questo era stato condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione. Non ha però scontato neppure un giorno di carcere perché è irreperibile. Ndreca si era anche costituito parte civile nel processo a Onichini, chiedendo e ottenendo un risarcimento danni di 24.500 euro. Soldi che il macellaio non è stato in grado di versare perché l’albanese si è volatilizzato. Ndreca a sua volta dovrebbe risarcire il macellaio con 15 mila euro, oltre ai 5 mila euro per le spese processuali. 
 

Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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