Voto al boss, i consiglieri: «Siamo sotto choc. Chi è stato? Non io»

Giovedì 11 Marzo 2021 di Alberto Rodighiero
Voto al boss, i consiglieri: «Siamo sotto choc. Chi è stato? Non io»

PADOVA Chi sia stato a votare per Matteo Messina Denaro in consiglio comunale resta un segreto.

C'è chi presenta esposti, chi invoca perizie calligrafiche, tanto che ieri sera c'è stata la riunione dei capigruppo, finita in un nulla di fatto. Ma i consiglieri comunali cosa dicono? «Siamo tutti sotto choc per quello che è accaduto. Chi è stato? Di certo non io». Anche sulle dimissioni eventuali da presentare sono (quasi) tutti favorevoli: «Certo, chi è stato se ne deve andare». O per lo meno chiedono scuse formali. Ma nessuno finora ha fatto un passo avanti, battendo la mano sul petto, sussurrando mea culpa. 


GLI ELETTI

Intanto la richiesta di dimissioni del consigliere misterioso spacca il consiglio comunale. Se tra i consiglieri è, infatti, unanime la condanna nei confronti di chi ha indicato il nome del boss non tutti, però, ritengono opportuno, come è stato richiesto anche dal sindaco Sergio Giordani, che l'autore del gesto rassegni le dimissioni. A pensarla così è, per esempio, il capogruppo del misto Matteo Cavatton. «Come il collega Consigliere Turrin ha avuto modo di denunciare intervenendo in Aula, trovo sia molto grave che, a fronte delle pressioni esterne paventate da un consigliere di maggioranza per l'elezione del Garante, il presidente del consiglio non abbia inteso procedere nel richiedere ulteriori chiarimenti a tutela del Consiglio stesso ha spiegato l'esponente di Fratelli d'Italia - Con il risultato che quella che molto probabilmente è stata solo una stupida bravata, si è trasformata in un caso nazionale che offende la dignità e l'onorabilità di tutto il consiglio comunale. Il danno di immagine è stato fatto prima, quel voto ne è la gravissima conseguenza. Inutile chiedere le dimissioni di un consigliere fantasma, bisognava pensarci prima. La colpa è di chi non ha dato il giusto peso alle accuse». A fare da sponda a Cavatton ha provveduto il consigliere di FdI Enrico Turrin che, ha ribadito il concetto. «
Chi ha scritto il nome di Messina Denaro ha fatto un'immane stupidaggine ha scandito, invece, il consigliere della lista Bitonci Ubaldo Lonardi DPerò, non siamo di fronte ad un reato e non hanno senso esposti, richieste di dimissioni e perizie calligrafiche. La mia impressione è che si stia sollevando un polverone per coprire le criticità legate all'elezione del garante».


OPINIONI DIVERSE

In favore delle dimissioni, ma contrario a un'azione giudiziaria è il consigliere della lista Giordani Luigi Tarzia. «Mi chiedo a cosa serva un esposto in procura, non è ravvisabile alcun reato, la questione è solo politica. Tutto dipende dalla dignità di questo consigliere che, a mio avviso, farebbe bene a dimettersi». 
Ancora diversa, la posizione del centrista Antonio Foresta: «E' evidente che siamo di fronte a un idiota. Detto questo, quel voto andava annullato immediatamente, è stato un errore conteggiarlo». Passando da destra a sinistra, la musica cambia radicalmente. «Non solo sono favorevole alla richiesta di dimissioni ha spiegato Ferro - ma inviterei tutti i consiglieri a scrivere Mattia Messina Denaro per consentire la perizia calligrafica». 
In sintonia con il suo compagno di partito è anche il capogruppo di Coalizione, Nicola Rampazzo: «Anche secondo me sono necessarie le dimissioni». 
«Quando ho sentito in consiglio quel nome infame ha detto l'arancione Daniela Ruffini sono rimasta sconvolta. Chi lo ha scritto deve avere il coraggio di ammetterlo». 
«La legalità e il rispetto massimo delle istituzioni sono la precondizione per sedere in consiglio comunale ha spiegato il capogruppo Dem Gianni Berno chi agisce così irresponsabilmente dovrebbe starne fuori». 
«Il voto in favore di un mafioso ha scandito Nereo Tiso turba la coscienza dei consiglieri e di tutta la comunità cittadina. Chi si è comportato in questo modo non può continuare a sedere in consiglio». 
«Qui non si tratta di una goliardata interviene Anna Barzon come minimo, mi auguro che il consigliere in questione, abbia il coraggio di scusarsi». 


CONDANNA

«Chi rappresenta le Istituzioni non può permettersi il lusso di avere comportamenti goliardici o superficiali dice il capogruppo della lista Giordani Carlo Pasqualetto - Padova non merita un consigliere comunale del genere». 
«Chiunque sia stato, si tratta di un deficiente è andato giù duro Simone Pillitteri un individuo che, oltre a offendere il ruolo che ricopre, offende le vittime di Messina Denaro. La richiesta di dimissioni è scontata». 
Stessa opinione per il capogruppo del Movimento 5 Stelle Giacomo Cusumano: «Lo ho già detto e lo ribadisco: chi vota per un boss mafioso altro non è che un deficiente e deve fare solo una cosa: dimettersi».
«Mi auguro che chi ha scritto questo insulto alla Libertà prenda si le proprie responsabilità e provveda a scusarsi» ha spiegato il capogruppo di FI Roberto Moneta. Unanime è anche la condanna della Lega. «Si tratta di un episodio grave che va condannato ha detto Massimo Bitonci Il responsabile chieda scusa e ne tragga le conseguenze». «Per quel che mi riguarda, ho dato mandato al mio legale per un esposto» ha aggiunto Alain Luciani. «La gravità della situazione impone serietà e non dileggio delle istituzioni» ha scandito Eleonora Mosco. 
«A questo punto è necessario adottare un Codice etico che deve essere rispettato da assessori e consiglieri» ha detto Vera Sodero. «Ero scrutatrice al momento del voto ha spiegato la capogruppo della lista Bitonci Vanda Pellizzari - sono rimasta immediatamente sbigottita. Va fatta chiarezza». «Sono ovviamente per le dimissioni del responsabile ha concluso Davide Meneghini le istituzioni sono chiamate a dare l'esempio». 


L'ESPOSTO

«Il Pd è in prima linea per andare a fondo sulle responsabilità della preferenza accordata al latitante». A dirlo è stata ieri la sezione cittadina del partito, che ha annunciato un esposto contro ignoti. Il deputato Dem Alessandro Zan e l'onorevole Carmelo Miceli, poi, hanno già presentato un' interrogazione parlamentare sulla questione indirizzata al ministro Lamorgese. «Quanto accaduto è gravissimo ha spiegato Zan - un atto di apologia delle mafie che umilia Padova le istituzioni democratiche e quanti hanno sacrificato la propria vita nel contrasto alla criminalità organizzata».  

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