Padova. Violenza sulle donne, aumentano le richieste di aiuto: 10 chiamate al giorno

Sabato 25 Novembre 2023 di Elisa Fais
La conferenza stampa

PADOVA - Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin sono triplicate le richieste di aiuto ai centralini del Centro Veneto Progetti Donna di Padova. Da una media di tre telefonate quotidiane, si è arrivati a dieci. A dirlo è la presidente Mariangela Zanni, intervenuta ieri durante il punto stampa sulle attività di contrasto al fenomeno della violenza sulle donne organizzato dai carabinieri di Padova. «Sono arrivate tantissime telefonate sia di donne, ma anche di amici e familiari preoccupati per le situazioni che le loro care stanno vivendo - conferma Zanni - E' un segnale importante che speriamo continui, anche perché sappiamo che si tratta di un fenomeno sommerso. L'appello, dunque è di rivolgersi al nostro numero verde 800.81.46.81. La vicenda di Giulia ha scosso tutti, in particolare chi sta subendo violenza psicologica ha confessato di avere tanta paura e ora sente l'urgenza di mettersi in salvo. Lavoriamo in rete con il territorio e le forze dell'ordine, per cui fatto il primo passo poi si decide assieme come andare avanti». Il Centro Veneto Progetti Donna nel 2022 ha accolto 1.127 vittime di violenza psicologica, fisica o economica, ma appena il 25 per cento di queste arriva alla querela.

Altre 920 si sono rivolte al servizio dal primo gennaio 2023 ad oggi.

I REATI

A questi numeri si affiancano quelli legati alla prevenzione e alla repressione del fenomeno raccolti dall'Arma di Padova. Dal primo gennaio di quest'anno al 31 ottobre in provincia sono state arrestate 36 persone di cui 19 per maltrattamenti in famiglia, 7 per violenza sessuale e 10 per atti persecutori. Per gli stessi reati sono stati denunciati in 107. E, ancora, si registrano 32 misure cautelari di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento. «La violenza contro le donne è un fenomeno di difficile misurazione in quanto in larga parte sommerso a causa della reticenza a denunciare, trattandosi spesso di maltrattamenti consumati all'interno del contesto familiare e perciò più difficili da rendere pubblici - dichiara il comandante Michele Cucuglielli -. Vi sono infatti situazioni in cui la vittima non è pienamente consapevole di essere maltrattata oppure, una volta acquisita la consapevolezza, si sente sola a dover affrontare un dramma che, se portato allo scoperto, sconvolgerebbe gli equilibri di vita anche dei propri cari. Attenzione a non cadere nel cosiddetto "ciclo della violenza", che si articola in tre fasi: la costruzione della tensione, l'esplosione della violenza e la fase della falsa riappacificazione. E' necessario cambiare approccio culturale sul tema, intervenire anche in termini di prevenzione e sensibilizzazione della popolazione». E' d'accordo anche l'assessore Margherita Cera: «E' fondamentale puntare sull'educazione per sradicare il concetto della violenza come valvola di sfogo o modalità di espressione». Tra le numerose iniziative c'è il progetto attivato con Soroptimist International denominato "Una stanza tutta per sè". «Abbiamo allestito due spazi confortevoli per le audizioni dove accogliere la vittima e gli eventuali figli - sottolinea l'avvocato Elena Fabbris -. Inoltre abbiamo portato avanti la campagna di banner affissi sui taxi con i contatti per chiedere aiuto». Presto arriverà anche a Padova lo smartwatch "Mobile angel" per le vittime di stalking, con un collegamento diretto alla centrale operativa in caso di bisogno. In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, i carabinieri hanno in programma una serie di conferenze: l'arma è presente oggi alle 11 in piazza Vittorio Emanuele II a Montagnana, alle 19.45 all'Abbazia di Carceri e alle 20.45 nel Municipio di Teolo. Per l'occasione le sedi di alcuni comandi saranno illuminate di arancione e ci saranno gazebo informativi nelle piazze della provincia.

GLI ULTIMI CASI

L'ultimo femminicidio nel padovano è stato commesso a settembre a Tombolo, la vittima è Liliana Cojita, una donna 55enne rumena, uccisa per soffocamento dal compagno. Altro episodio risale a febbraio a Sant'Elena, dove un 58enne ha sfregiato il viso della sua ex compagna con dell'acido muriatico. Un'altra terribile vicenda risale a luglio, in zona Sacra Famiglia, quando una donna aveva chiesto aiuto al 112 poiché l'ex marito, Haxhi Collaku, la stava attendendo sotto casa. Il 55enne albanese, salito a bordo del proprio veicolo, ha investito uno dei militari ferendolo gravemente, per poi essere raggiunto da quattro colpi di pistola. 

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