Troppi farmaci, muore a 24 anni in Psichiatria: due medici indagati

Giovedì 29 Novembre 2018 di Marco Aldighieri
Troppi farmaci, muore a 24 anni in Psichiatria: due medici indagati
PADOVA - A stroncarlo, a soli 24 anni, non è stata la malattia, ma un probabile avvelenamento da farmaci. Nel reparto di Psichiatria dell'ospedale di Camposampiero due medici, con l'obiettivo di tenerlo calmo, lo avrebbero imbottito di neurolettici tanto da provocarne una fibrillazione ventricolare e il conseguente arresto cardiorespitarorio. Così è morto, il 17 gennaio di tre anni fa, Nicola Sansonne la cui unica colpa era quella di soffrire di depressione dall'età di 14 anni. E il giorno del suo decesso, il padre non è stato nemmeno avvisato. Si era recato al reparto per andarlo a trovare, quando un infermiere lo ha avvicinato annunciandogli la morte del suo unico figlio. Tra la rabbia e il dolore, il genitore ha presentato una denuncia ai carabinieri e ora si sono chiuse le indagini attorno ai due camici bianchi accusati di omicidio colposo.

 
I FATTI
Nicola Sansonne viveva a Grantorto insieme alla mamma Paola Zanolin e al papà Giuseppe. A partire dai quattordici anni aveva iniziato a sviluppare una forte depressione ed è entrato subito in cura. Era costantemente seguito da psicologi e da psichiatri sempre a livello ambulatoriale. Non era mai finito in ospedale. Quando tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015, le sue condizioni di salute sono peggiorate ed è stato necessario procedere con il ricovero, avvenuto il 5 gennaio del 2015, nel reparto di Psichiatria dell'ospedale di Camposampiero.
I genitori erano molto preoccupati e quasi giorno andavano a trovarlo. Poi il 17 gennaio del 2015 c'è stata la tragedia. Il papà è entrato nel reparto per salutare il suo unico figlio e qui gli hanno comunicato che un'ora prima era morto. Disperato ha presentato una denuncia ai carabinieri, voleva subito delle spiegazioni su quanto era accaduto a Nicola.
LE INDAGINI
La segnalazione di papà Giuseppe è finita sopra al tavolo del sostituto procuratore Benedetto Roberti, che ha ordinato l'autopsia e gli esami tossicologici sul corpo del ragazzo. Il caso è stato preso in mano dalla professoressa Donata Favretto e dai medici legali Giovanni Checchetto, Rossella Snenghi e Alessandro Marcolin tutti dell'Università di Padova.
Il primo passo è stato accertare che Nicola era deceduto per una fibrillazione ventricolare e per il conseguente arresto cardiorespiratorio. Ma era necessario scoprire il perchè il cuore del 24enne si era fermato. Allora sono stati ripetuti, per due volte, gli esami del sangue di Nicola. E per l'accusa il giovane era stato intossicato perchè imbottito di farmaci neurolettici, con l'obiettivo di tenerlo sempre sedato così da evitare crisi anche violente. Nei giorni 14, 15 e 16 gennaio del 2015, ancora per l'accusa, i medici Roberto Toniol 59 anni di Padova e Katia Zanella 43 anni di Vigonza, avrebbero somministrato a Nicola dosi massicce e in contemporanea di farmaci come aripriprazolo, aloperidolo, clozapina, levomepromazina e promazina. Tutti neurolettici potenzialmente cardiotossici. Sempre per l'accusa i due camici bianchi avrebbero omesso l'adozione del monitoraggio terapeutico, operando con imprudenza e negligenza, e violando le regole di buona prassi clinica e le linee guida.
Infatti, nei casi come quelli del ventiquattrenne di Grantorto, i farmaci neurolettici da somministrare allo stesso momento dovrebbero essere al massimo due. Inoltre per l'accusa i due medici non si sono presi sufficientemente cura di un paziente potenzialmente di elevato rischio di aggressività come era in quel periodo Nicola Sansonne. Così Toniol e Zanella sono finiti iscritti nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo e in questi giorni il pubblico ministero ha chiuso le indagini. Nelle prossime settimane potrebbe arrivare per i due camici bianchi la richiesta di rinvio a giudizio.
 
Ultimo aggiornamento: 15:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci