L'INTERVISTA
PADOVA - «In 23 anni di attività ho sporto 16 denunce tra rapine, furti, scassi. Di tutto. Ma dopo quest'ultimo assalto mi sento come se fossi stata violentata». Daniela Schiavon, 60 anni, dopo la rapina dell'altro giorno nella sua tabaccheria di via Dal Pozzo, a Terranegra, è arrivata al limite e il prossimo anno ha deciso di chiudere l'attività perché «così non si vive più».
Signora Schiavon, ci racconti cos'è successo ieri.
«Due uomini sono entrati con il volto coperto da una sciarpa. Uno con la pistola ha minacciato mio marito, l'ha preso per il collo, mentre l'altro è saltato dietro al bancone buttando tutto all'aria e se n'è andato con l'incasso della giornata. Circa 600 euro».
Era la prima volta?
«Macchè prima volta. Dal 1994 quando ho aperto ho sporto 16 denunce. Ormai non ci faccio nemmeno più caso. Fosse capitato che c'ero solo io qua dentro l'avrei accettato, ma hanno preso di mira mio marito che non c'entra nulla. Sono arrabbiata, sono avvilita. In questi anni mi è capitato di tutto».
Cos'è successo?
«La prima volta, nel 1996 sono stata assaltata da quattro uomini armati con fucili a canne mozze. Erano della banda della Mala del Brenta mi hanno detto».
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