Le ossa in un campo a Marghera, uno spiraglio nel giallo Noventa

La procura di Padova ha chiesto ai colleghi di Venezia di essere subito informata sull’esito degli esami del Dna

Venerdì 10 Febbraio 2023 di Marco Aldighieri, Nicola Munaro
Marghera, i resti trovati potrebbero essere di Isabella Noventa

VENEZIA - Al momento è soltanto un fascicolo sul ritrovamento di alcune ossa umane - il cranio, un femore, il bacino, alcune ossa della cassa toracica e della spina dorsale - tra le frasche di un campo abbandonato in via della Chimica, a Marghera. Un fascicolo in mano al sostituto procuratore di Venezia Davide Nalin, per ora senza reato né indagati. Ma con una polarità attrattiva fortissima. Perché da quell’incartamento si attendono risposte sui casi irrisolti. Uno su tutti, quello di Isabella Noventa, 55 anni, segretaria di Albignasego, uccisa nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 e il cui corpo non è più stato trovato.

Che appartengano a lei quelle ossa umane? Suggestione, forse ipotesi che ad ora non trova fondamenta solide.

La svolta ci sarà solo con l’esito degli esami di laboratorio disposte dalla procura di Venezia perché non si sa nemmeno se quei resti siano di una donna o di un uomo. Le prime voci parlavano di ossa femminili, ma solo per la loro grandezza. L’esame medico-legale poi dovrà tentare di spiegare anche come sia avvenuta la morte della persona poi abbandonata nel campo.

Il percorso

Di certo, però, ci sono i dati che spuntano dall’inchiesta condotta dal pm padovano Giorgio Falcone sull’omicidio della donna. Dati così precisi da spingere la procura della città del Santo a chiedere a Venezia di essere informata dell’esito degli esami sulle ossa, affidate a super esperti dell’Istituto di Medicina legale di Padova. Questo perché i fratelli Freddy e Debora Sorgato, condannati in via definitiva a 30 anni per l’omicidio di Isabella Noventa, sette anni fa, nell’arco di 24 ore uno dall’altra, erano passati a poche decine di metri di distanza da via della Chimica. Domenica 17 gennaio 2016 alle 15.01 Freddy era partito dalla sua villa di Noventa Padovana per raggiungere Mestre. La prova dei passaggi è data dall’aggancio dello smartphone dell’autotrasportatore con le varie celle telefoniche disseminate sul territorio. Alle 15.13 Sorgato era transitato per Dolo, poi tre minuti più tardi aveva raggiunto Mira. Alle 15.28 era arrivato in via Malcontenta a Marghera e qui si sarebbe fermato per alcuni minuti. Almeno fino alle 16.10 dove aveva agganciato la cellula telefonica che copre via Brunacci a Mestre. Altra sosta e alle 16.34 era in via Bottenigo. Infine alle 19.17 il rientro nella sua abitazione di via Cristoforo Colombo 8. Il giorno prima - quando Isabella era già stata uccisa in casa di Freddy con un colpo sulla testa - anche Debora Sorgato, sorella di Freddy, era passata non lontano da dove sono stati ritrovati i resti. La mattina di sabato 16 gennaio 2016, insieme alla mamma Dolores Rossi, era a fare colazione a Camponogara nel bar di Manuela Cacco, a sua volta condannata a 16 anni per l’omicidio della segretaria di Albignasego. Poco dopo le tre donne erano andate al centro commerciale Nave De Vero a Mestre. Debora ha eseguito un sopralluogo e poi l’indomani il fratello Freddy si è sbarazzato del cadavere di Isabella?

Coincidenze e non

Ad aumentare le coincidenze tra la vicenda di Isabella e il ritrovamento delle ossa, anche il fatto che la cinquantacinquenne indossasse sempre orologi: e proprio un orologio - soprattutto le indagini merceologiche disposte dal pm veneziano - è l’altra chiave di volta per provare a dare un nome alla persona a cui sono appartenuti i resti. La verità, quindi, arriverà solo con gli esami forensi. Anche perché la principale pista finora ipotizzata dagli inquirenti - anche questa mai provata proprio per il mancato ritrovamento del corpo - è che il cadavere di Isabella sia stato gettato in un cassonetto non distante dall’inceneritore dei rifiuti di Padova, lì dove - nella notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 - era stato registrato un picco di calore che per intensità e durata era compatibile con la cremazione di un corpo. Non erano scattati allarmi: spesso capita infatti che vengano bruciati animali gettati nei cassonetti. E il giorno prima dell’arresto, Debora Sorgato aveva postato su Facebook la foto di tre cassonetti, accompagnandoli con la frase «Se una persona ti scade, dove la butti?». Ma delle ossa trovate in un campo potrebbero rimettere tutto in gioco. Di nuovo. 

Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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