Padova. Sfruttamento al Maap, scarcerati due sospetti caporali: ecco cosa hanno ammesso

Venerdì 22 Dicembre 2023 di Serena De Salvador
Maap

PADOVA - Sono stati scarcerati e sottoposti a misure cautelari più lievi i due uomini accusati di aver partecipato a un radicato giro di caporalato interno ad alcune cooperative che prestavano servizio per una delle ditte grossiste del Mercato agroalimentare (Maap) di corso Stati Uniti. Ismail Saiful, 39enne bengalese, e Dragos Agostinoaie, 49enne romeno, erano finiti in carcere a fine novembre con le accuse di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Dopo essere stati interrogati in cella dal pubblico ministero Marco Brusegan, su richiesta di quest'ultimo accolta dal giudice per le indagini preliminari Claudio Marassi, i due sospetti caporali sono ora sottoposti all'obbligo di dimora in provincia (Saiful) e all'obbligo di firma (Agostinoaie). I due si sono dimostrati collaborativi, facendo parziali ammissioni sullo sfruttamento ma negando le violenze fisiche, che gli vengono contestate come aggravante.

Gli indagati a oggi sono sette, ma l'inchiesta prosegue a ritmo serrato per fare piena luce sulle responsabilità e i rapporti tra le cooperative e le ditte interessate. Le misure cautelari sono state il frutto di un'articolata indagine partita a gennaio scorso e condotta dalla guardia di finanza sotto il coordinamento della procura, a sua volta scaturita dalla denuncia presentata attraverso i sindacati da una delle presunte vittime. Secondo l'accusa Saiful e Agostinoaie, in concorso con altri, avrebbero reclutato 21 uomini bengalesi attraverso tre cooperative, per impiegarli nei servizi di facchinaggio interni al Mercato agroalimentare. Ma e qui sta l'illecito i lavoratori sarebbero stati sottoposti a turni massacranti (fino a 13-14 ore consecutive) e avrebbero pure dovuto pagare migliaia di euro sia per farsi portare in Italia e assumere, sia per rinnovare il contratto o avere l'indeterminato. I soldi sarebbero stati consegnati a Saiful, che poi se li spartiva con il complice romeno che aveva il compito di minacciare e malmenare i lavoratori reticenti. Saiful era (ora è stato licenziato) dipendente di una delle cooperative finite nell'inchiesta, mentre Agostinoaie lavora per un'impresa esterna, ma anche per lui sarebbe in corso il processo di licenziamento. A lucrare del caporalato sarebbero state le stesse coop (riconducibili a un altro indagato), ma la procura vuole capire se a trarne beneficio sia stata anche la ditta grossista che alle coop aveva appaltato il servizio.

I due sospetti caporali hanno fatto parziali ammissioni, sostenendo di essersi in effetti accorti dei lunghi turni di lavoro e di essere a conoscenza del sistema di pagamento degli straordinari in nero. Hanno invece negato l'uso della violenza per far pressione sulle vittime. 

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