Padova. Caporalato al Maap, la direzione: «Pronta la revisione interna. L'ente non ha nulla a che fare con i rapporti tra ditte e coop»

La Procura sta indagando sul sospetto sfruttamento di 21 facchini bengalesi da parte di alcune cooperative

Martedì 28 Novembre 2023 di Serena De Salvador
Maap

PADOVA - «Il Maap è una realtà solida e d'eccellenza, in cui la tutela della dignità del lavoro e la legalità sono priorità. Per questo è in corso un'approfondita revisione degli strumenti amministrativi e normativi volta a poterli rendere più incisivi in caso di criticità. Dunque non ci si volta dall'altra parte, ma l'ente nulla ha a che vedere con la gestione dei rapporti interni tra le singole società grossiste e le cooperative cui danno gli appalti. Non facciamo di un caso singolo un emblema del modo di lavorare qui dentro». Lo ha voluto sottolineare con forza il consiglio d'amministrazione del Mercato agroalimentare a fronte del caso di caporalato emerso nei giorni scorsi e ora oggetto d'indagine da parte della Procura. Il presidente Mario Liccardo ieri ha riunito l'intero gruppo dirigente, in carica dal 6 luglio, per discutere della complessa situazione che riguarda il sospetto sfruttamento di 21 facchini bengalesi da parte di alcune cooperative che prestavano servizio per una delle ditte grossiste facenti parte del Maap.

La posizione

«L'episodio oggetto d'indagine riguarda le modalità di lavoro delle cooperative all'interno dell'attività di un grossista che, come gli altri, fa sì parte del Maap, ma è autonomo nella sua gestione interna - ha precisato il presidente Liccardo -. Non ci sono cooperative del Maap: le coop offrono l'attività dei loro lavoratori alle singole ditte grossiste. Dunque il Maap non ha controllo diretto sul loro rapporto, per questo stiamo procedendo a una revisione di tutti i nostri strumenti normativi per capire se potremo arrivare a esercitare una supervisione più incisiva. Questo deve essere uno spazio di legalità».
«Il Maap si è costituito nel 1997: insediandoci il 6 luglio scorso abbiamo trovato una situazione sedimentata da tempo - ha proseguito -, con statuti e quote partecipative cambiati più volte.

Dunque negli anni è possibile che si siano innescate delle problematiche e proprio per questo la nostra revisione totale permetterà di individuarle e fronteggiarle». Liccardo non ha fatto riferimento solo al sospetto caso di caporalato, ma anche alla diatriba sindacale sull'appalto dei servizi di portierato emersa a maggio (è atteso a breve un nuovo bando per l'appalto), ai controlli dello Spisal sulle condizioni di lavoro e ad alcuni furti notturni a ottobre.

Le strategie

«Qui lavorano circa 1.500 persone, in modo onesto per mantenere con fatica le loro famiglie - ha aggiunto il presidente -. Il nostro compito è capire se ci sono delle criticità e fare il possibile per correggerle. Lo faremo con una revisione a tutto tondo dei nostri strumenti amministrativi (Statuto, Regolamento di mercato, Codice etico) per renderli capaci di agire a fronti di eventuali punti deboli del sistema».
«Le ditte sono già sottoposte a rigidi controlli» ha fatto eco Francesco Timperi, vicepresidente e rappresentante del Gruppo Grossisti, che detiene il 49% delle quote societarie del Maap e ne è la rappresentanza privata a fronte del 51% detenute dal pubblico (Comune e Camera di commercio). «Il caso che contesta la Procura non rappresenta in alcun modo la globalità dell'operare del Maap» ha aggiunto. Timperi è succeduto nella carica di vicepresidente a Romeo Zanotto, autosospesosi a ottobre a fronte delle accuse di caporalato in quanto presidente della società Due Erre, finita nell'inchiesta. «Il Maap è un'eccellenza nazionale - ha precisato Roberto Boscolo, membro del Cda e presidente del Gruppo Grossisti - e un leader nell'esportazione europea, capace di far coesistere alla pari gli interessi del pubblico e del privato e di chiudere l'anno con un fatturato in positivo».
«Continueremo anche a puntare molto sulla formazione dei lavoratori, in primis per sicurezza e legalità» ha poi evidenziato Alberto Filippino del Collegio sindacale. Netta anche la posizione di Dora Rizzardo, membro del Cda in rappresentanza del Comune: «La tutela della dignità del lavoro è per noi una priorità e ci stiamo impegnando non tanto a reprimere, quanto a prevenire ogni sua possibile violazione».
«Siamo una squadra coesa: pur in tempi non facili faremo il possibile per mettere sul piatto idee innovative per rendere ancor più efficiente e trasparente l'operato del Maap» ha concluso Massimo Bressan, rappresentante in Cda della Camera di commercio. 

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