Lavoro, la denuncia del sindacato: «Caporalato tra le cooperative nel mercato agroalimentare»

Martedì 24 Ottobre 2023 di Luisa Morbiato
Il Mercato agroalimentare di Padova

PADOVA - «Abbiamo denunciato alle autorità competenti quello che sta succedendo al Maap. In due cooperative che lavorano in appalto per la società Due Erre, importante grossista che opera nel mercato agroalimentare, due caporali stanno sfruttando i lavoratori». Esordiscono così Stefano Pieretti e Luca Dall’Agnol del sindacato di base Adl Cobas. «La questione che si protrae da diverso tempo coinvolge circa 35 lavoratori - sottolineano - tutti bengalesi che per poter lavorare devono pagare.

Secondo le loro testimonianze hanno versato 2500 euro per essere assunti, altrettanti per vedere il loro contratto trasformato in tempo indeterminato e ogni mese versano 200 euro ai due referenti delle coop, un concittadino del Bangladesh e un cittadino moldavo».

IL DETTAGLIO

Pieretti insiste: «Questi lavoratori hanno un contratto regolare di multiservizi anche se in realtà si tratta di facchinaggio e dovrebbero essere inseriti come logistica. La paga è di 1300 euro ma lavorano anche 15 ore al giorno quindi circa 280 o 300 ore al mese, tutti i sabati e spesso le domeniche. Quelle non previste dal contratto vengono pagate fuori busta, da questo denaro ogni mese devono riconsegnare 200 euro di quanto percepito fuori busta. Il tutto senza riposi e problemi con le ferie. Non possiamo sapere se quanto fanno i caporali sia conosciuto dalle Coop interessate». 

«Chiediamo alla società Due Erre e al Maap di allontanare da subito i due caporali nonché la garanzia di continuità lavorativa per tutti i dipendenti delle coop. Alla Due Erre chiediamo pure di disdire il contratto con le tutte le coop coinvolte - afferma Dall’Agnol -. Ci rivolgiamo anche alla Prefettura chiedendo di convocare con urgenza un tavolo di confronto con Maap e grossisti per tutelare i lavoratori che con coraggio si sono esposti per denunciare la situazione, garantendo loro diritti e dignità». 

LA TESTIMONIANZA

Uno dei lavoratori racconta: «Ho 27 anni, moglie, figlio di 22 mesi e genitori al mio paese. Mando loro del denaro. Quando ho iniziato a lavorare per la coop tutto era regolare poi la persona che si occupava di noi è partita e chi lo ha sostituito ci ha chiesto soldi. Dobbiamo dargli 200 euro al mese, per riceverli ci chiama in bagno o nella sua auto a volte ci da appuntamento in un bar o in altri posti. Se non si paga ci maltrattano e ci danno i lavori più pesanti, tutti paghiamo per poter lavorare e mandare soldi a casa».

IL VERTICE

Stupore e rammarico per il presidente del Maap Mario Liccardo: «Sentimenti suscitati dal fatto che si tratterebbe di fattispecie contrarie alle legge e a principi basilari in tema di tutele del lavoro e della dignità dei lavoratori. Dal punto di vista formale potrei anche cavarmela dicendo che il Maap non c’entra in quanto non ha nessun rapporto contrattuale con le cooperative menzionate dal sindacato e che tanto meno c’entra il Cda in carica perché nominato solo tre mesi fa, mentre dal comunicato di Adl Cobas si evince che i fatti risalirebbero addietro nel tempo. Ciò precisato - continua - non intendiamo certo chiudere gli occhi su qualsiasi fatto che si verifichi all’interno del perimetro di operatività del nostro ente, essendo il principio di legalità un caposaldo imprescindibile, riaffermato a chiare lettere anche dal codice etico di cui Maap si è dotato già da alcuni anni. Fermo restando altresì il rispetto del principio del garantismo nei confronti di tutti i soggetti coinvolti nell’odierna denuncia sino agli eventuali accertamenti da parte gli enti preposti, valuteremo comunque nel proseguo ogni iniziativa utile a rafforzare il rispetto di questi principi». 

L’AZIENDA

Sulla vicenda si registra anche la posizione della Due Erre Sas che ha appaltato i lavori alle due cooperative. «Due erre Sas era totalmente all’oscuro di questi comportamenti che, se saranno confermati dalle verifiche degli enti locali, sono da censurare e condannare senza tentennamenti - puntualizza la società - la nostra azienda ha sempre lavorato nel rispetto della normativa e a difesa della dignità dei lavoratori e così continuerà a fare anche in futuro. Restiamo in attesa degli sviluppi, in base ai quali valuteremo eventuali azioni da intraprendere anche a tutela dell’immagine della nostra azienda».

Ultimo aggiornamento: 14:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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