Rientro in classe all'insegna della normalità. Il provveditore Natale: «Sarà un anno a pieno regime»»

Ma i presidi denunciano: «Manca personale nelle nostre segreterie». Resta la questione dell'abbandono scolastico

Martedì 13 Settembre 2022 di Gabriele Pipia
Rientro a scuola, studenti fuori dal Duca d'Aosta

PADOVA - Meno mascherine e più certezze. Meno paure e più sorrisi. Meno protocolli e più normalità. L'anno scolastico 2022-2023 comincia così. Dopo due anni di corse a ostacoli tra quarantene, didattiche a distanza e organici carenti questa volta la notizia sta proprio nella calma apparente di questo primo giorno. «Ho sentito diversi dirigenti e posso dire che è filato tutto liscio, siamo ripartiti con il piede giusto e finalmente questa volta non ci sono grandi problemi o grandi nodi da sciogliere» racconta il provveditore Roberto Natale.

I riscontri che arrivano da tutta la provincia vanno nella stessa direzione: rispetto all'anno scorso quest'anno la prima campanella ha un suono più dolce.

Evitate le classi-pollaio

Le lezioni sono riprese ieri per 105.058 alunni padovani e la pattuglia più nutrita è quella delle superiori con 39.302 studenti e studentesse. Rispetto all'anno scorso ci sono ben 1.678 iscritti in meno: il calo delle nascite si fa sentire soprattutto alle elementari e nei prossimi anni toccherà pesantemente le superiori. Meno alunni ma più classi: l'obiettivo è stato quello di evitare le classi-pollaio da 30 studenti e quindi la grande novità di quest'anno è rappresentata da classi con un numero mediamente minore di alunni. Un'altra novità importante riguarda l'insegnante di educazione motoria introdotto per la prima volta alle elementari. I nuovi docenti specializzati sono 36 e lo scopo del Ministero è potenziare l'attività fisica dei bimbi guardando al modello (spesso ancora molto distante) di molti altri Paesi europei. Gli insegnanti sono complessivamente 8.490. Dei 2.211 posti vacanti all'inizio dell'estate ne mancano da coprire un centinaio ma l'obiettivo è quello di fare le ultime nomine dei supplenti nel giro di una settimana.

Il bilancio

«In questo primo giorno di scuola è andato tutto bene, i presidi ci hanno raccontato l'entusiasmo di tanti studenti nello tornare a scuola. Non vedevano l'ora di tornare sui banchi» commenta il provveditore Natale, rientrato nel suo ufficio di via Cave dopo essersi goduto la festa con i palloncini colorati all'inaugurazione dell'anno didattico della Scuola internazionale italo cinese. «Non c'è più obbligo di mascherina - continua Natale - ed è un fattore molto positivo, finalmente possono tornare tutti a vedersi sempre in faccia. La partenza è stata quindi senza dubbio con il piede giusto. Punteremo sulla qualità della formazione. Tutte le energie che negli ultimi due anni abbiamo speso nell'applicazione dei protocolli, nella sospensione del personale e negli altri aspetti legati alla pandemia quest'anno potranno finalmente essere dedicati all'istruzione e all'educazione». C'è un tasto dolente su cui però Natale torna a premere: «Il tema da porre sul tavolo con urgenza è quello dell'abbandono scolastico che nella provincia di Padova interessa il 9% dei ragazzi con più di 15 anni. È un problema a livello europeo e i numeri ci invitano a intervenire. Da un lato dobbiamo valorizzare le nostre eccellenze ma dall'altro non dobbiamo scordarci delle nostre fragilità».

Carenza di personale amministrativo

Primo bilancio positivo anche per Enrico Ghion, dirigente del liceo artistico Selvatico e presidente padovano dell'associazione dei presidi. «Il clima è sereno e tutto è andato bene. Siamo più tranquilli anche dal punto di vista degli organici dei docenti visto che quest'estate ci sono state più nomine e quindi ora partiamo con meno cattedre vuote. Resta però il fatto che tantissime sono a tempo determinato mentre sarebbe bene già avere garanzie di continuità per i prossimi anni. L'altro problema - chiude Ghion - riguarda la carenza cronica di personale amministrativo nelle segreterie. E con tutti i finanziamenti per le scuole legati al Pnrr ci sono molti progetti da portare avanti. Manca personale».

La protesta degli studenti

Ad esternare ancora malumori è però soprattutto la Rete Studenti Medi che ieri ha organizzato sit-in davanti a diverse scuole. «Ci viene detto che siamo il futuro, un futuro che però facciamo veramente fatica ad immaginare a causa di problematiche come la crisi ambientale, economica e sociale - urlano i ragazzi -. Nemmeno davanti al periodo elettorale c'è qualcuno che dimostra di voler parlare davvero di noi, ma soprattutto con noi».

La settimana corta

Nei corridoi, nei cortili e nelle aule ieri ha tenuto banco anche il tema settimana corta. La Provincia di Padova ha proposto a tutti i presidi delle superiori di chiudere al sabato spalmando l'orario su cinque giorni settimanali, spiegando che chiudere 22 sabati tra ottobre e marzo porterebbe ad un risparmio complessivo di 400mila euro. L'ipotesi però è destinata a tramontare ancor prima di essere analizzata nel dettaglio. Alla riunione di giovedì scorso infatti la maggior parte dei dirigenti si è opposta mettendo sul tavolo problemi organizzativi e disagi didattici. Si riparte, quindi, nel segno nella vecchia normalità.

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci