Padova. Alunni della scuola Luzzatti dirottati in altri istituti: scatta la protesta di 23 famiglie

Martedì 20 Febbraio 2024 di Silvia Quaranta
SCUOLA PRIMARIA - Poche classi, studenti trasferiti in altri istituti

PADOVA - Sono almeno 23, finora, le famiglie di Salboro che sono state dirottate dalle scuole primarie della loro zona, Luzzatti e Marsilio, verso le due scuole della Guizza, Cornaro e Ricci Curbastro, che fanno parte dello stesso istituto comprensivo, il nono.

L’operazione, come testimoniato dai genitori, è partita dallo stesso istituto comprensivo, da cui sono partite una serie di telefonate per informare i genitori del fatto che le classi prime, alla Marsilio e alla Luzzatti, non si sarebbero formate per mancanza di iscritti. Informazione, questa, che al tempo era falsa o quanto meno prematura, visto che le iscrizioni erano ancora aperte. 

Numerosi genitori, ovviamente spiazzati, hanno scelto di seguire le indicazioni ricevute e di inserire una seconda scuola di preferenza. Per molti, tuttavia, questo si tradurrà in uno spostamento più lungo, quindi problemi per l’organizzazione familiare, più traffico, per alcuni anche il rischio di avere i figli, che potrebbero frequentare lo stesso plesso, in due scuole diverse. 

LA PROTESTA

I rappresentanti dei genitori, venuti a sapere dell’accaduto, hanno invitato le famiglie a mettere tutto per iscritto e comunicarlo tempestivamente via pec ai servizi scolastici del Comune e al Provveditorato. Contestualmente, gli stessi rappresentanti dei genitori hanno inviato una lettera alle istituzioni coinvolte, sempre con posta elettronica certificata, per raccontare anche loro una situazione che appare paradossale: se già queste classi avevano un reale problema di scarsità di iscritti, ora sono certamente molti meno. E anche il quartiere stesso che rischia di disperdere la propria comunità. 
«Siamo francamente spiazzati – scrivono i rappresentanti del consiglio dei genitori – ciò che domandiamo è di considerare il ruolo decisivo dei plessi “Marsilio” e “Luigi Luzzatti” di Salboro per il nostro intero quartiere: è ben più importante e pregnante di quello che ciascuno di noi può immaginare. Qualora dovessero avere difficoltà o, peggio, chiudere, non si incrinerebbe solo la missione del nono istituto comprensivo. Il colpo peggiore andrebbe inferto alla comunità di Salboro e alla sua dimensione socio-relazionale». 

LA PREOCCUPAZIONE

Il membri del consiglio, preoccupati proprio per il futuro del quartiere, hanno condotto anche un’indagine statistica a partire dai dati del Comune, per capire se i numeri per tenere vive le scuole di Salboro ci sono o no: ne emerge che il bacino di utenza c’è, ma le scuole di zona ne raccolgono appena la metà. 
Gli altri si disperdono, forse per motivi che appaiono riconducibili ad una amministrazione non ottimale delle scuole.
Le 23 lettere arrivano in parte da famiglie con figli che iniziano la primaria e in parte da figli che stanno per iniziare la secondaria. E tutte più o meno descrivono la stessa dinamica. 

LA TESTIMONIANZA

«Ho iscritto la mia secondogenita alla scuola elementare Luigi Luzzatti – scrive invece un papà, Enrico Todesco – scelta dettata dalla presenza della mia primogenita nella stessa scuola». Il padre racconta di aver ricevuto una chiamata da una persona che si è presentata come la vicepreside del IX istituto comprensivo, per avvisare che alla Luzzatti non ci sarebbero i numeri per formare la classe prima. 

«Trovo giusto e doveroso – si legge nella mail – che il vostro ufficio venga tempestivamente informato della condotta che viene tenuta da questa persona, che chiama a titolo della dottottoressa Bojan, preside del plesso Ricci Curbastro. Segnalo inoltre – conclude – che simil condotta si è tenuta con le stesse modalità nei riguardi della mia primogenita, dirottata all’epoca alla Luzzatti che non era nessuna delle scelte da noi indicate». 
«Se ci siano o no i numeri per far partire le classi – commenta l’assessora ai servizi scolastici Cristina Piva – lo sa solo l’Ufficio Scolastico Territoriale, che tuttavia ha anche i mezzi per venire incontro alla comunità: si potrebbe pensare di dare qualche deroga, come già avvenuto in passato. In ogni caso – conclude – trovo del tutto intempestivo contattare le famiglie a iscrizioni aperte, senza sapere realmente quale sia la situazione. Questo ha creato molte perplessità, e porterà problemi nell’organizzazione familiare, ma anche più auto, più traffico e quindi più inquinamento». 

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