TERME E COLLI - Sabato soleggiato e domenica con il tempo incerto. Ma non fa differenza per i ristoratori dei Colli, che dopo il ponte di Pasqua e quello del 25 aprile prefigurano un altro tutto esaurito per oggi. I clienti sono tornati, ma i pesanti rincari e gli strascichi di due anni di pandemia continuano a farsi sentire. E se i ristoratori gioiscono per un Primo maggio ricco di prenotazioni, meno bene va agli hotel delle Terme, dove non si raggiunge il pienone.
LA RISTORAZIONE
L’assenza di tavoli disponibili per oggi è la costante per i ristoranti delle Tavole Tauriliane. «Ci stiamo finalmente avvicinando ai livelli di presenza del 2019 – afferma soddisfatto Nicola Lionello, presidente dell’associazione – Finalmente si prospettano un maggio e un periodo estivo degni delle aspettative. Le prenotazioni non mancano e i numeri per i prossimi fine settimana sono interessanti». Mancano ancora a dire il vero le tavolate con grandi numeri dei commensali, fatto dovuto al persistere dell’incognita Covid, mentre il tempo non ancora estivo continua a rallentare la ristorazione all’aperto. «Tornano utili – ha sottolineato Giuliano Lionello, patron del ristorante Al Pirio di Torreglia – gli investimenti fatti l’anno scorso quando ci siamo attrezzati con verande scorrevoli. I numeri per questo fine settimana sono buoni, anche se i tavoli sono per lo più occupati da coppie o famiglie».
La fine della pandemia e il maggior afflusso sui Colli nei weekend rende ottimisti anche i titolari degli agriturismi.
LE STRUTTURE
«È andata bene, non benissimo». È questo il commento che arriva dal presidente di Federalberghi Terme, Emanuele Boaretto, sulle prenotazioni negli hotel di Abano e Montegrotto per questo fine settimana. «Non ci possiamo lamentare, anche se i risultati sono nettamente inferiori a quelli del 2019, ultimo anno prima della pandemia – prosegue il numero uno dell’ente di categoria – Mediamente il livello di riempimento degli hotel è attorno al 60%, con punte che arrivano all’80-85%, ma solo in qualche caso». Si attestano a 35mila le presenze previste. Un quadro, tiene a precisare Boaretto, che non è assolutamente confrontabile con quello del ponte di Pasqua.
«In questo caso ci troviamo di fronte a un normale fine settimana, con i clienti che si fermano al massimo un paio di giorni pieni». La permanenza media durante la festività pasquali invece era arrivata a tre-quattro giorni. «Gli ospiti sono per il 70% italiani e giungono dalle regioni che per noi rappresentano il mercato tradizionale» prosegue Boaretto. Vale a dire, oltre al Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Piemonte e Friuli. Sul fronte degli arrivi esteri, si confermano Germania e Svizzera.
«In buona sostanza stiamo reggendo – continua il presidente – anche se restano molte criticità dal momento che, come ripeto, siamo ben lontani dal tutto esaurito che registravamo nei periodi di normalità. Purtroppo qui di normale non c’è più niente. Il primo fattore a pesare è quello economico. L’aumento delle bollette ha spinto molti a rinunciare a un soggiorno, seppur breve. Per non parlare, come causa indiretta ma non priva di importanza, della guerra in Ucraina. Il bombardamento mediatico su quanto sta accadendo ha pesanti ripercussioni dal punto di vista psicologico, generando nella gente ansia e preoccupazione continue. Si è insomma creata un’atmosfera che poco si concilia con la voglia di vacanza».