Padova. Picchia le figlie con la scopa, la più grande chiama i carabinieri: mamma condannata

Condannato anche un 44enne che per anni ha maltrattato la moglie, anche davanti ai figli

Giovedì 18 Gennaio 2024 di Marco Aldighieri
Padova. Picchia le figlie con la scopa, la più grande chiama i carabinieri: mamma condannata

PADOVA - I maltrattamenti in famiglia e la violenza di genere sono all'ordine del giorno. Il Tribunale collegiale, nell'arco di appena 48 ore, ha emesso due sentenze di condanna contro una mamma romena e un padre cingalese. La prima si è macchiata di avere pestato le due figlie, anche usando il manico di una scopa. Il secondo di avere picchiato la moglie dal lontano 2007 fino all'ottobre dell'anno scorso.

LA DONNA

Una donna romena di 41 anni, Eugenia Croitoru residente in città e di professione badante, a partire dal 2017 fino al luglio del 2022 ha pestato le sue figlie anche usando il manico di una scopa. Imputata per maltrattamenti in famiglia, è stata condannata a tre anni e 6 mesi di reclusione. All'epoca dei fatti le ragazze avevano 16 e 14 anni. La mamma, in un crescendo di violenza, prima le offendeva e poi passava alle vie di fatto. Distruggeva loro anche i computer e i telefoni cellulari. Le colpiva con bicchieri e piatti. Era anche arrivata a sputare addosso alla più grande il cibo che stava masticando. Fino al luglio del 2022 quando, sempre la figlia più grande, ha deciso di chiamare il 112. Quando i carabinieri sono intervenuti nell'abitazione della donna, a terra hanno trovato piatti e bicchieri in frantumi. Un disordine in tutta la casa e la badante, molto arrabbiata dall'arrivo dei militari, si è scagliata contro gli uomini dell'Arma. La straniera è stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale, reato per il quale è finita alla sbarra. Il pubblico ministero Sergio Dini, in fase di indagine relativa ai maltrattamenti in famiglia, ha sottoposto l'indagata a una consulenza psichiatrica.

Dall'esame è emerso come la badante fosse in grado di intendere e di volere, e quindi di affrontare un dibattimento. Adesso per le due sorelle, oggi maggiorenni, l'incubo è finito e vivono da sole senza la madre. Il padre, invece, di fatto non è mai stato con loro in Italia, ma ha sempre abitato in Romania.

IL MARITO

Una pena a due anni e sei mesi, sempre per il reato di maltrattamenti in famiglia, è stata invece inflitta a un cingalese di 44 anni, residente in città, e finito a processo per avere pestato la moglie, a partire dal 2007, anche davanti ai figli minorenni. Lui, di professione operaio, ama giocare e bere. In più di una occasione, in tutti questi anni di convivenza, per dare libero sfogo alla sua voglia di scommesse sperperava tutto il suo stipendio alle slot machine. E quando lei, colf e difesa dall'avvocato Simonetta Maria Pastorello, gli chiedeva conto dei soldi, il 44enne diventata una furia. La riempiva di botte colpendola con violenti pugni sulla testa. La spingeva e la afferrava per il collo con l'intento di soffocarla. A salvare la moglie spesso intervenivano i figli, implorando il padre di non farle del male. E poi una montagna di minacce da "Ti ammazzo" a "Lascia qui i bambini e vai via dall'Italia". Un paio di anni fa, quando la famiglia abitava in zona Forcellini, la donna ormai senza via d'uscita si è affacciata dal balcone di casa e ha iniziato a gridare aiuto. Un vicino ha sentito le urla e ha chiamato il 112. Dall'intervento dei carabinieri la sua vita è cambiata in meglio. Il marito, in fase di indagini, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione agli inquirenti professandosi innocente. Ora la colf vive insieme ai suoi bambini, senza più il suo aguzzino. 

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