«Peritonite non riconosciuta, così morì mio marito in ospedale»

Sabato 24 Ottobre 2020 di Francesco Cavallaro
«Peritonite non riconosciuta, così morì mio marito in ospedale»

ALBIGNASEGO (PADOVA) - Ad un anno dalla morte a seguito di un incidente stradale di Gianmaria Beccari, 71 anni, che per più di trent'anni è stato uno stimatissimo medico di base di Albignasego, la moglie Paola Bernardi solleva un caso di presunta malasanità che si sarebbe verificato all'ospedale di Abano dove il marito arrivò dopo l'incidente. 


«Lo scorso 26 ottobre, intorno alle 16, mio marito ha avuto un sinistro mentre era alla guida della sua moto racconta la signora in una lettera .

Allertato il 118, è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso della cittadina termale. Le protezioni che indossava lo hanno protetto, ad eccezione dell'addome, dove ha preso l'unico colpo». 


Stando a quanto viene testimoniato dalla signora, «una volta entrato in pronto soccorso è stato sottoposto alle analisi del sangue. Fino all'indomani, però, più nessun emocromo. Non sono inoltre state eseguite indagini ad hoc per scoprire eventuali politraumatismi e non è stata fatta la necessaria idratazione» sostiene Paola Bernardi.


Fin da subito, però, aggiunge la signora Paola, il dottor Beccari manifesta un forte dolore all'altezza dell'addome.  Motivo per cui viene effettuata una Tac senza mezzi di contrasto. 
Dopo di che, una seconda Tac. Il male non rientra, nemmeno con specifici farmaci antidolorifici.


«NESSUN CHIRURGO»

«Alle 23.30 la richiesta di una visita chirurgica aggiunge . Tuttavia, manca proprio il chirurgo». 
In una prima documentazione relativa alla diagnosi, precisa la donna, viene indicato che «non vi è alcun segno di lesioni interne, né visibili dalla Tac, né riscontrabili alla palpazione addominale. In realtà, da una lettura competente, effettuata in un secondo momento da dei periti, sono visibili segni di una perforazione addominale: già presenti, appunto, in entrambe le Tac».  «Mi chiedo come sia stato possibile non riconoscere una peritonite in corso» scrive Paola Bernardi.

 
Intanto, racconta, quella sofferenza risulta sempre più intensa: il medico, rassicurato di non avere nessuna lesione, viene comunque tenuto sotto osservazione.
Alle 3 del mattino Gianmaria Beccari viene portato nel reparto di Medicina.
Nonostante una copiosissima sudorazione, chiarisce la signora, non viene idratato con una flebo. 


«ERO ANGOSCIATA»«Il medico di reparto arriva alle 8.30 prosegue la Bernardi -. Su mia supplica, angosciata per il dolore e per la sua evidente disidratazione, un'ora più tardi verifica le condizioni del paziente. Viene rifatta una nuova Tac con mezzo di contrasto: il referto parla chiaramente di peritonite massiva. Non sono stata subito avvertita della gravità della situazione, ma solo che mio marito sarebbe stato trasferito a Padova per essere operato, dato che, mi è stato riferito, ad Abano non ci sono adeguate strutture per il post operatorio. Ignara della gravità, arriviamo all'ospedale della città di Padova; e qui vengo messa al corrente del suo precario stato di salute». 


OPERATO D'URGENZA

Operato d'urgenza nello stesso pomeriggio, il dottor Gianmaria Beccari morirà alle 7.30 del mattino successivo. A tre anni dal suo pensionamento e ad un anno dalla sua morte, il ricordo della professionalità e della competenza del dottor Beccari resta tuttora impresso nei suoi ex pazienti.  «Riusciva a creare un rapporto di autentica empatia con gli assistiti. Chi lo ha conosciuto ha accolto un amore giusto, il suo, verso chi stava nella sofferenza» spiega un ex paziente del medico di base.  «Era un medico attento e disponibile sottolinea infine un residente di Albignasego . Aveva a cuore la salute di ognuno di noi, si preoccupava di come stavamo. Albignasego, perdendo Beccari, ha perso una delle sue colonne portanti».

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