ABANO (PADOVA) - L’esplosione all’interno dell’osteria “Cacio e Pepe” di via Previtali ad Abano è stata dolosa. Qualcuno ha aperto la valvola di una bombola di gas Gpl stoccata nel magazzino in uso al locale, con l’unico obiettivo di provocare una deflagrazione. Il pubblico ministero Andrea Zito, titolare delle indagini, aveva avviato un fascicolo contestando il crollo di costruzione. Ma una volta ricevuta la relazione da parte dei vigili del fuoco ha modificato il reato in strage al momento contro ignoti. Il movente è ancora avvolto nel mistero. I carabinieri stanno battendo diverse piste per capire chi può avere voluto distruggere il ristorante e soprattutto perchè.
L'esplosione
L’esplosione si è registrata intorno alle 9 del mattino di mercoledì 19 aprile.
Le indagini
Gli uomini dell’Arma e i pompieri, alcuni giorni dopo l’esplosione, hanno appurato cosa ha provocato il tremendo botto dall’effetto di una bomba. Qualcuno, poco prima delle sette del mattino di quel mercoledì, ha aperto la valvola di una bombola Gpl custodita nel magazzino dell’osteria. In un paio d’ore il gas ha saturato i locali ed è bastato il motore caldo del frigorifero ad innescare la deflagrazione. In una immagine ripresa da una telecamera esterna della videosorveglianza, si vede l’amica dei proprietari uscire dal ristorante un secondo prima della terribile esplosione. È salva per miracolo. Ma gli occhi elettronici posizionati sulla strada non hanno risolto il mistero: gli inquirenti non sono riusciti a capire chi poteva esserci all’interno del “Cacio e Pepe” quella mattina presto. Così la Procura ha ordinato il sequestro delle immagini registrate dalle videocamere installate all’interno della trattoria. I frame saranno analizzati dal perito informatico forense Luigi Nicotera. In quei filmati potrebbe essere stato immortalato l’attentatore. I carabinieri, nei giorni scorsi, hanno sentito gli inquilini dello stabile dove è avvenuta la deflagrazione e anche i proprietari della trattoria di via Previtali. Ma nessuno ha visto o sentito qualcosa di utile alle indagini. Secondo i primi accertamenti da parte degli inquirenti, i titolari dell’osteria non avevano contratto debiti. Anzi gli affari andavano a gonfie vele. Difficile dunque ipotizzare una frode assicurativa, perchè non c’erano problemi di soldi. Gli uomini dell’Arma, in queste ore, stanno vagliando tutte le piste possibili, ma la risoluzione del giallo è nascosta in quelle immagini registrate dalle telecamere del “Cacio e Pepe”.
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