ABANO (PADOVA) - L'esplosione all'interno dell'osteria "Cacio e Pepe" di via Previtali rimane ancora avvolta nel mistero. Il sostituto procuratore Andrea Zito, titolare delle indagini, ha aperto un fascicolo contestando il reato di crollo di costruzioni o altri reati dolosi al momento contro ignoti. L'eventuale colpevole rischia fino a cinque anni di reclusione. I carabinieri stanno battendo tutte le piste possibili: da una fuga di gas accidentale fino alla matrice dolosa della deflagrazione.
Il botto
L'esplosione si è registrata intorno alle 9 del mattino di mercoledì.
Le indagini
L'unica certezza, per ora, è data dalla fuga di gas così come hanno potuto accertare i carabinieri quando sono intervenuti. Ma se sia stato un evento accidentale o doloso è ancora tutto da appurare. La deflagrazione sembra essere stata generata da una bombola di gas Gpl presente nella cucina, la zona dell'osteria andata completamente distrutta. I danni sembrano ammontare ad oltre 50 mila euro. I carabinieri, già nei giorni scorsi, hanno acquisito le immagini registrate da alcune telecamere per la videosorveglianza installate su via Previtali. Gli occhi elettronici potrebbero avere immortalato qualche elemento utile alle indagini. Ma è necessario fare piena luce sul caso. Gli inquirenti hanno in programma di sentire gli inquilini dello stabile dove è avvenuta l'esplosione, e anche i titolari del "Cacio e Pepe". L'osteria, ancora sotto sequestro, è coperta dall'assicurazione. «Questa è una vera tragedia. La nostra attività dà da mangiare a sette famiglie e non sappiamo per quanto resteremo ancora chiusi. Certo siamo assicurati, ma cosa conta ora? Per noi è una mazzata» aveva dichiarato sempre Alessandro dopo l'esplosione.
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