Armato di bastone e incappucciato aggredisce il panettiere nel cuore della notte

Domenica 18 Ottobre 2020 di Barbara Turetta
Claudio Passuello e Leonardo Faccin davanti al laboratorio del panificio

CERVARESE SANTA CROCE - Minacciato in piena notte da un uomo incappucciato che, brandendo un bastone di legno, voleva farsi aprire la porta del panificio per mettere a segno una rapina. È la brutta esperienza vissuta sabato notte da Leonardo Faccin, 24 anni, panettiere di Montemerlo, frazione di Cervarese. Il giovane lavora di notte all’alimentari panificio Meggiorin dello zio Claudio Passuello.

Ed è stato recandosi in laboratorio alle 3.30 di sabato notte che il giovane ha subito l’agguato: la fortuna ha voluto che nel negozio ci fosse lo zio, che è intervento mettendo in fuga il malvivente. Il panificio si trova in centro a Montemerlo a pochi passi dall’Arena e dalla piazza, e come ogni notte il ragazzo esce dalla sua abitazione, a poca distanza, per andare al lavoro. Per entrare nel laboratorio si passa per una porta laterale, e all’angolo del piccolo parcheggio il bandito l’ha atteso, nascosto dietro una colonna. 

«AVANZAVA MINACCIOSO»
«Ho svoltato per andare verso la porta del laboratorio quando, dal lato nascosto dalla colonna del portico, è venuto avanti un individuo con il volto coperto e che impugnava un bastone di legno – ha raccontato il giovane -, sul momento sono rimasto scosso non riuscendo a realizzare subito cosa stesse accadendo, ma l’uomo avanzava minaccioso verso di me, tirando colpi con il bastone». 

 

D’istinto il ragazzo ha pensato di andare verso la porta del laboratorio, sapendo che di sicuro a quell’ora all’interno c’era già lo zio, e ha avuto l’istinto di non rivolgere la schiena al malvivente, temendo di ricevere una bastonata sulla testa, ma di indietreggiare di spalle tenendo sempre lo sguardo rivolto verso l’uomo.
«Indietreggiavo mentre lui continuava a venirmi contro - ha raccontato ancora il giovane -, voleva colpirmi con il bastone, tanto che è riuscito a prendermi di striscio sul fianco destro. Con le spalle alla porta ho iniziato a sferrare dei colpi sul vetro per avvisare mio zio, mentre il bandito mi ha afferrato per il collo della felpa: l’unica cosa che mi ha detto sottovoce è stata: “Apri”». 
L’uomo, forse un giovane dalla sua corporatura, aveva un cappuccio calato in testa e la bocca coperta, gli si vedevano solo gli occhi. Sono stati attimi di paura per il ragazzo che mai avrebbe immaginato di ritrovarsi a vivere un episodio simile. Nel laboratorio lo zio che, finché non ha udito i colpi sferrati al vetro della porta, non aveva sentito alcunché. 

FACCIA A FACCIA 
«Io arrivo qui un’ora prima per iniziare a preparare il lavoro - racconta Passuello -, e non mi sono accorto di nulla, non ho sentito urlare aiuto, sentivo solo un rumore sordo, ma ho pensato che fossero i ragazzi che solitamente si fermano in piazza fino a tardi. Ma con i colpi alla porta sono andato ad aprire la finestra e mi son trovato mio nipote di spalle che veniva aggredito». Lo zio ha aperto subito la porta ed è uscito trovandosi davanti il bandito che, vista la malaparata, si è dato subito alla fuga scappando in direzione della piazza: molto probabilmente non immaginava ci fosse già qualcuno nel panificio e questo l’ha colto di sorpresa. Sul posto i carabinieri giunti rapidamente trovandosi già in zona, ma ora la paura si fa sentire.
«Pensare che da marzo lavoro con la porta aperta perché all’interno si muore dal caldo con il forno acceso - ha detto Passuello -, mai avrei immaginato una cosa simile. Quindici anni fa abbiamo subito un furto, con 4 persone all’interno del negozio che è anche tabaccheria. E’ ovvio che dopo un episodio come quello di sabato notte la paura c’è, ma si deve continuare a lavorare». 
 

Ultimo aggiornamento: 09:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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