PADOVA - “Panifici contro Centri Commerciali: 2 a 0”. Sintetizza con una metafora calcistica la seconda grande vittoria ottenuta dai panificatori artigiani con la recente sentenza del Consiglio di Stato con cui si vieta la vendita del pane sfuso in modalità self service il Presidente dei Produttori alimentari di Confartigianato Imprese Padova Nicola Trentin, che sottolinea: “Dopo aver ottenuto il divieto, sempre da parte della grande distribuzione, di denominare il pane precotto con la dicitura “Pane Fresco”, con questa sentenza il Consiglio di Stato ha sancito il coronamento positivo di un’altra battaglia combattuta nei confronti di una prassi consueta nella grande distribuzione, ritenuta -a ragione- da noi non conforme alle norme igienico sanitarie".
Il massimo organismo di consulenza giuridico amministrativa con questo atto che vale su tutto il territorio nazionale, sposa pienamente le tesi portata avanti con tenacia da Confartigianato.
«E’ stata fatta giustizia e riequilibrate le regole di mercato -sottolinea Trentin- a favore di 257 laboratori artigiani (ed i loro 1.176 addetti) che ogni giorno sfornano in provincia di Padova quintali di pane e panificati, rispettando un rigido sistema di controllo alimentare introdotto dal legislatore per garantire la sicurezza e l'igiene dei servizi e dei beni destinati alla vendita (HACCP (acronimo di Hazard Analysis Critical Control Point, in italiano “Analisi dei rischi e dei punti critici di controllo”). Ricordo infatti che il pane è un prodotto che non si sbuccia e non si lava ma si consuma tale e quale e pertanto deve essere trattato con tutte le precauzioni igienico sanitarie del caso, proprio per azzerare i rischi per la salute del consumatore. Salute del cliente che rappresenta il principio che sta alla base del lavoro quotidiano che viene fatto all’interno dei punti vendita. Che da sempre devono sottostare a regole e prescrizioni ben precise, che se non rispettate comportano multe salate».