I vigili e il video, il procuratore Cappelleri: «Modi bruschi ma nessuna irregolarità»

Giovedì 29 Aprile 2021 di Luca Ingegneri
Il movimentato arresto del giovane camerunense da parte dei vigili urbani
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L’INTERVENTO
PADOVA Il procuratore della Repubblica Antonino Cappelleri ha analizzato con attenzione il video incriminato. E non ha alcun dubbio nell’affermare che gli agenti della Polizia locale hanno operato nei termini di legge. «Non si può negare che siano stati utilizzati metodi bruschi - osserva - ma era la particolare situazione ad imporlo». Il ventinovenne camerunense che domenica pomeriggio era fuggito in bicicletta all’alt di quattro vigili per poi essere placcato, messo a terra e ammanettato non ne voleva sapere di farsi identificare. Si è opposto in ogni modo alle procedure che le forze delle polizia devono espletare quando si imbattono in uno straniero senza documenti e che rifiuta di fornire le proprie generalità.
LE MANETTE
«Si vede chiaramente che il giovane fa resistenza attiva nei confronti degli agenti - osserva il procuratore della Repubblica - si agita di continuo e la scelta di ammanettarlo è una misura prudenziale, a garanzia dell’incolumità dello stesso migrante e degli operanti. Non sono stati utilizzati metodi pericolosi e allo straniero non è mai stato impedito di respirare». Gli uomini della Polizia locale cittadina hanno dovuto accompagnare il ventinovenne negli uffici del comando per quello che viene tecnicamente definito un fermo di identificazione. É una procedura che deve essere completata entro le dodici ore successive al primo controllo. Poi gli incartamenti vengono trasmessi al giudice per le indagini preliminari, cui spetta il compito di convalidare il provvedimento delle forze di polizia.
IL RILIEVO
«Se si deve muovere un rilievo agli agenti - conclude Cappelleri - è quello di aver operato a stretto contatto con una folla di curiosi nel cuore della città. In casi simili è consigliabile prima far allontanare la gente, magari transennando l’area di intervento. Non perché ci fosse nulla da nascondere ma per evitare tutti quegli assembramenti che in questo lungo periodo di pandemia sono sempre sconsigliati».
É stato aperto quindi un solo fascicolo a carico del camerunense che verrà indagato per resistenza a pubblico ufficiale sulla scorta dell’informativa trasmessa in Procura dal comando di via Gozzi. In difesa dei vigili si erano subito schierati sia il sindaco Giordani che l’assessore alla Sicurezza Bonavina. «Qui ogni giorno - aveva dichiarato il primo cittadino - ci impegniamo a combattere tutte le discriminazioni. Il video mostra immagini forti che non sottovaluto ma bisogna comprendere la dinamica completa. È chiaro che la difesa delle regole va assicurata nel rispetto della dignità e nel rispetto del principio di proporzionalità nell’uso di metodi coercitivi quando questi si rendano necessari». Giordani ha respinto gli attacchi ai vigili da una parte della sua maggioranza: «Sono emerse posizioni diverse e variegate, ho il dovere di ascoltarle e rispettarle. Ho chiesto che si faccia piena chiarezza su quanto accaduto».
 

Ultimo aggiornamento: 10:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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