Lo stupidario dei clienti: «Io sono
un detective, cercavo informazioni»

Mercoledì 26 Marzo 2014
Lo stupidario dei clienti: «Io sono un detective, cercavo informazioni»
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PADOVA - Proseguono da parte della polizia municipale di Padova i controlli anti prostituzione. L’ultimo è stato effettuato nella notte di venerdì scorso a seguito di alcune segnalazioni da parte di residenti del Plebiscito e dell’Arcella. «Il nostro obiettivo - ha spiegato il comandante Lorenzo Panizzolo - è combattere il degrado nelle aree dove c’è più prostituzione.

Inoltre preveniamo schiamazzi notturni e sporcizia. Tutte situazioni che creano danno ai residenti». Nell’ultimo mese i vigili urbani hanno sanzionato 36 clienti di "lucciole", venti in sole quattro ore il 21 marzo.

L'identikit. I multati vanno dai 22 anni ai 70 con una netta prevalenza per gli over 40. Nella maggiore parte dei casi si tratta di italiani che provengono da altre province. «Ad esempio di 20 controllati - ha ripreso Panizzolo - 16 venivano da province vicine e per questo parliamo di un discreto pendolarismo sessuale».

Quando i clienti vengono pizzicati dagli agenti in borghese, per giustificarsi inventano le scuse più strane. «Sono un detective, ho chiesto informazioni sul cliente precedente». Oppure: «La signorina mi ha chiesto di accompagnarla a casa. Non avevo nessuna intenzione di altra natura».

E ancora «Ho accompagnato la ragazza a bere qualcosa al distributore automatico»; «Ho prestato la tessera sanitaria alla signorina per acquistare le sigarette e poi mi ha chiesto un passaggio»; «Non ero a conoscenza dell’ordinanza che vietasse questo comportamento».

Durante i controlli un cliente di settant’anni ha invitato a salire in auto una prostituta, ma appena si è accorto della presenza della polizia municipale ha scaricato la "lucciola" e ha tentato di sottrarsi al controllo. La sua fuga è durata qualche secondo, poi i vigili urbani lo hanno raggiunto, identificato e sanzionato con 500 euro di multa. «Quando li fermiamo - ha terminato Panizzolo - c’è sempre un forte imbarazzo. Per questo tentano di giustificarsi. Il loro timore è che i familiari vengano a sapere».

M. A.

Ultimo aggiornamento: 14:18

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