Fendente al cuore del fidanzato, condannata a 24 anni. L'appello di Valentina: «Scarceratemi»

Venerdì 3 Novembre 2023 di Marco Aldighieri
Valentina Boscaro

PADOVA - Valentina Boscaro, condannata il 18 ottobre a 24 anni di carcere per avere ucciso con una coltellata al cuore Mattia Caruso, è da sedici giorni reclusa dietro alle sbarre di una cella del penitenziario di Montorio Veronese. L'essere passata dagli arresti domiciliari alla casa di reclusione femminile, è stato un autentico choc per la giovane mamma. Tanto che i suoi due avvocati, Alberto Berardi e Ferdinando Bonon, hanno presentato un ricorso al Tribunale del riesame per chiedere ai giudici di ridare i domiciliari con il braccialetto elettronico alla loro assistita.


I giudici della Corte d'Assise, come richiesto dal procuratore Valeria Sanzari, hanno decretato la custodia in carcere. Una decisione maturata per tre ordini di motivi: il rischio di fuga, il pericolo di reiterazione del reato e la sospensione della potestà genitoriale. La figlia di Valentina, a gennaio compirà sei anni, ed è stata infatti affidata al padre. L'allora pubblico ministero Roberto Piccione aveva concesso gli arresti domiciliari all'imputata, proprio perchè madre di una bambina. Ma venuta a mancare la potestà genitoriale, per la Procura e i giudici è cessata di fatto la possibilità di godere del regime di detenzione domiciliare.
Gli avvocati della difesa però non mollano.

Berardi, già alcune ore dopo la lettura della sentenza, aveva dichiarato: «Ma quale fuga che in tredici mesi di arresti domiciliari Valentina Boscaro si è comportata in maniera esemplare». E poi aveva aggiunto: «E poi dov'è il pericolo della reiterazione del reato se Valentina abita da sola». Quando la trentaduenne era agli arresti domiciliari, a farle visita potevano andare solo mamma e papà a portarle la spesa. A trovare Valentina, oggi in carcere, vanno sempre i suoi genitori.

 

IL FATTO
Valentina quel 25 settembre dell'anno scorso sapeva perfettamente che sul vano sotto il freno a mano della sua Mercedes Classe A era custodito un coltello di proprietà del fidanzato. Lo ha afferrato e ha pugnalato Mattia sul petto mentre guidava. Un fendente a freddo e portato con estrema forza tanto da arrivare a trafiggere il cuore. Il 30enne, se pure soccorso in tempi rapidi, con una ferita così grave non ha avuto alcuna possibilità di sopravvivere.


A chiamare l'ambulanza del Suem 118 è stato un automobilista di passaggio, che ha visto Mattia riverso a terra pieno di sangue. All'inizio aveva pensato a un incidente stradale. L'ambulante non ha riportato alcuna ferita su entrambe le braccia, segno che non ha nemmeno tentato di parare il colpo. È stato preso alla sprovvista, non se lo sarebbe mai aspettato di essere trafitto al cuore da una coltellata mentre era al volante. Da quella sera ad Abano, la giovane mamma ha raccontato un mucchio di menzogne. Per cercare di salvarsi ha anche accusato dell'omicidio di Mattia, un ragazzo del tutto estraneo ai fatti. Tanto più che è stata condannata anche per il reato di calunnia.

LA DIFESA
Durante il processo davanti alla Corte d'Assise, presieduta da Mariella Fino, i due avvocati hanno prodotto una serie di messaggini Whatsapp, nel tentativo di mettere in luce il presunto animo violento della vittima. I due legali li utilizzeranno anche per il ricorso in Appello. In aula hanno letto anche una chat tra Mattia e sua mamma Rosa. È uno scambio di messaggi del 25 settembre del 2021, giusto un anno dopo Caruso sarebbe stato accoltellato a morte. Nell'occasione Mattia, in netto contrasto con il fratello di Valentina, ha scritto alla madre questa frase "Poi fra suo è contro la violenza sulle donne e l'ho massacrata". La mamma ha risposto così "Queste sono altre cose e devi vergognarti non andarne fiero".
 

Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 10:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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