Padova. Accusata di aver ucciso il compagno, Valentina Boscaro davanti al giudice: «Mi picchiava e violentava, voleva che rimanessi incinta»

Le parole della donna: «Mi minacciava dicendomi sono un mafioso ti sparo in testa». Poi però conclude: «Chiedo perdono alla famiglia di Mattia»

Mercoledì 20 Settembre 2023 di Marco Aldighieri
Mattia Caruso e Valentina Boscaro

PADOVA - «Quando era drogato e ubriaco mi picchiava e mi offendeva. Voleva che restassi incinta e mi obbligava ad avere rapporti sessuali. A gennaio 2021 ho scoperto di essere incinta e ho abortito all'ospedale di Cittadella. Voleva controllare la mia vita»: dice Valentina Boscaro. La donna di 31 anni è comparsa davanti al giudice questa mattina, 20 settembre: è accusata di aver ucciso il suo fidanzato, Mattia Caruso. Nella sua testimonianza ha aggiunto: «Mi minacciava dicendomi "sono un mafioso ti sparo in testa". Lo frequentavo, ci andavo a letto, ma non è mai stato il mio ragazzo. Con il passare del tempo mi sono accorta che beveva e si drogava.

Ma il mio spirito da crocerossina mi spingeva ad aiutarlo e non ad allontanarmi da lui. Nei mesi a seguire è diventato violento, voleva fossi una "cosa" sua. Mi seguiva, mi pedinava». Per poi concludere: «Chiedo perdono alla famiglia di Mattia».

L'omicidio

Valentina Boscaro, la nottre tra il 25 e il 26 settembre scorsi ha ucciso con una pugnalata al cuore il compagno Mattia Caruso lungo via dei Colli Euganei ad Abano, dentro l’auto su cui viaggiavano e che era guidata dalla vittima. La donna ha confessato solo dopo quattro giorni, mentre inizialmente aveva cercato di addossare la colpa ad altre due persone che avevano passato la serata nello stesso locale della coppia. «È partito come un razzo, avevo paura. Gli ho detto di fermarsi. Abbiamo rischiato un frontale. Mi sentivo prigioniera. Mi ha strappato le mutande e mi ha minacciato di buttarmi nel lago. A quel punto ho afferrato il suo coltello e l'ho colpito. Mai avrei pensato di ucciderlo. Ero sicura non avesse nulla. Tanto che ai carabinieri, sbagliando, ho detto che a ferirlo durante una rissa nel locale era stato un ragazzo. In questo modo speravo non mi denunciasse, come ho fatto io tante volte con lui».

«Non volevo ucciderlo» ha sottolineato a più riprese la giovane mamma, aggiungendo «Mi dispiace e sono davvero pentita per quello che ho fatto». Inoltre Valentina ha indicato il movente: «Spesso ero vittima dei suo maltrattamenti». Tuttavia nel corso delle indagini i carabinieri non hanno trovato alcuna prova a carico di Mattia, 30 anni di Albignasego. Certo la relazione tra i due era turbolenta. Attraverso i telefoni cellulari dei due fidanzati, i carabinieri hanno ricostruito le varie fasi del loro “amore”. Messaggini di offese reciproche, ma anche botte dove ad alzare le mani era anche Valentina. E poi, più volte, si sono lasciati per poi tornare insieme. Valentina, secondo gli inquirenti, quel 25 settembre dell’anno scorso sapeva perfettamente che sul vano sotto il freno a mano della sua Mercedes Classe A era custodito un coltello di proprietà del fidanzato. Lo ha afferrato e ha pugnalato Mattia sul petto mentre guidava. Un fendente a freddo e portato con estrema forza tanto da arrivare a trafiggere il cuore. Il 30enne, se pure soccorso in tempi rapidi, con una ferita così grave non ha avuto alcuna possibilità di sopravvivere. A chiamare l’ambulanza del Suem 118 è stato un automobilista di passaggio, che ha visto Mattia riverso a terra pieno di sangue. All’inizio aveva pensato a un incidente stradale. L’ambulante non ha riportato alcuna ferita su entrambe le braccia, segno che non ha nemmeno tentato di parare il colpo. È stato preso alla sprovvista, non se lo sarebbe mai aspettato di essere trafitto al cuore da una coltellata mentre era al volante. Valentina Boscaro era stata messa agli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico. Rischia di essere condannata all’ergastolo.

Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 10:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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