Bimbo di 8 anni ustionato dalle braci, il presidente della Pro loco va a processo

Venerdì 6 Gennaio 2023 di Luca Ingegneri
La buca in cui venivano gettate le braci ardenti

LEGNARO - Avrebbe omesso di adottare le misure di protezione necessarie a prevenire rischi e a scongiurare pericoli per l’incolumità e la sicurezza delle persone. Il presidente della Pro Loco Giuseppe Pengo, 51 anni, di Legnaro, andrà a processo con l’accusa di lesioni colpose per l’incredibile incidente che ha rovinato la serata conclusiva della tradizionale Festa del Cavallo, lo scorso 14 giugno, quando un bimbo di 8 anni era precipitato nella buca dove venivano gettate le braci ardenti provenienti dalle griglie per la cottura della carne. Il pubblico ministero Benedetto Roberti, che ha coordinato le indagini dei carabinieri di Legnaro, ne ha disposto la citazione diretta davanti al giudice di pace, competente per questo tipo di reato. Il processo è a ruolo per il 29 marzo prossimo.
Secondo l’accusa Pengo non avrebbe provveduto a far recintare l’area in cui era stata scavata la buca dove venivano gettate le braci e a segnalarne il pericolo installando cartelli idonei e affidando la vigilanza a personale preposto. Quella sera la Pro Loco aveva organizzato una cena con tutti i volontari e i collaboratori che per dieci giorni si erano alternati in cucina, al bar e nel servizio ai tavoli. Un modo per ringraziare quanti avevano collaborato alla riuscita della manifestazione. Tra i partecipanti alla cena c’erano anche il piccolo di 8 anni e la mamma, collaboratrice della festa.
 

L’INCIDENTE
L’incidente era avvenuto prima che la cena avesse inizio. Il bimbo stava giocando all’esterno del capannone, in compagnia di un amichetto. I due, armati di walkie talkie, si divertivano a nascondersi e a rincorrersi. Ad un certo punto, inseguendo l’amico, il minore non si era accorto del pericolo. Era precipitato all’interno della buca, profonda circa 60-70 centimetri, utilizzata dai cuochi per scaricare le braci provenienti dalle griglie. Inizialmente era scivolato su uno strato di cenere, per poi atterrare sul fondo della buca dove erano depositati i tizzoni incandescenti. Il piccolo aveva immediatamente lanciato urla di dolore. Il primo a comprendere la gravità della situazione era stato il volontario che stava cuocendo la carne a pochi metri di distanza dalla buca. Era stato proprio quest’ultimo a tirarlo fuori.
Nello stand si era creato il panico.

Erano accorsi subito altri collaboratori che si trovavano nei paraggi ed il presidente della Pro loco Giuseppe Pengo. Era poi arrivata anche la mamma del piccolo, avvisata dall’amichetto del figlio. Soccorso da un’ambulanza del Suem, il bimbo era stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso pediatrico dell’Azienda ospedaliera. Aveva riportato ustioni di secondo e terzo grado ai piedi e alle gambe fino all’altezza del ginocchio.


Il piccolo ha dovuto affrontare quasi un mese di ricovero ospedaliero. Poi ha potuto fare ritorno a casa ed iniziare la lunga fase di riabilitazione degli arti inferiori, che sta procedendo a piccoli passi. Il bimbo non ha ancora riacquistato completamente le funzioni motorie. Sotto il profilo penale si tratta di lesioni colpose gravi, in presenza di una malattia di durata superiore ai quaranta giorni.
Per la Procura le responsabilità dell’accaduto sarebbero da ricondurre esclusivamente a Pengo, anche in qualità di organizzatore della Festa del Cavallo. Il pubblico ministero Roberti ha infatti stralciato la posizione della madre, anch’essa indagata per il medesimo reato, trasmettendo gli atti al giudice di pace con la richiesta di archiviazione. La donna avrebbe «esercitato la diligenza normalmente esigibile nel caso concreto, premurandosi di raccomandare al bambino di andare a giocare assieme ai coetanei, non nel parcheggio dove transitavano le auto ma di andare nel campo adiacente che era sgombero da veicoli». Stando agli accertamenti compiuti dai carabinieri, la donna non sarebbe stata a conoscenza del fatto che nella buca vi fossero ancora le braci ardenti. «Evidenti responsabilità nella causazione dell’infortunio - scrive il pm - emergono a carico del comitato degli organizzatori della Festa del Cavallo, nei cui confronti sarà esercitata l’azione penale».
 

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