A fare la spesa con l'auto di servizio: indagati due marescialli del Nas

Domenica 27 Giugno 2021 di Marco Aldighieri
Due carabinieri del Nas
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PADOVA - Invece di essere al lavoro, sarebbero andati a fare la spesa con l'auto di servizio. Due carabinieri del Nas sono finiti iscritti nel registro degli indagati per i reati di falso, peculato e truffa.

Il pubblico ministero Sergio Dini, titolare del fascicolo, ha contestato ai due militari almeno venti episodi dall'ottobre del 2020 al marzo del 2021. I due sottufficiali sono già stati trasferiti dall'Arma in un altro comando. Le indagini sono state chiuse e adesso i due militari rischiano di essere rinviati a giudizio.

I FATTI
Secondo l'accusa i due marescialli, fino a pochi mesi fa in forze al Nas di Padova con competenza territoriale nelle province di Verona, Vicenza e Rovigo, si sarebbero macchiati dei reati di falso, peculato e truffa. Falso perchè avrebbero verbalizzato di essere al lavoro, magari impegnati in un controllo anti sofisticazione in qualche struttura, quando invece si trovavano al supermercato, a casa loro o in altri luoghi per fatti strettamente personali.
Peculato, perchè tutti gli spostamenti contestati dall'accusa non per motivi di lavoro i due li avrebbero effettuati attraverso l'auto di servizio. E infine per truffa, perchè si sarebbero fatti accreditari dei buoni pasto con la scusa di un controllo in trasferta, quando invece non si sarebbero mai mossi dal comando.

LE INDAGINI
Era l'ottobre dell'anno scorso e un altro maresciallo del Nas ha incontrato i suoi due colleghi all'interno di un supermercato, quando questi dovevano essere in servizio per un controllo. Il militare ha segnalato quanto accaduto ai superiori e sono scattate le indagini. A condurre l'inchiesta sono stati gli stessi uomini del Nas di Padova, coordinati dalla Procura. Gli inquirenti, dall'ottobre del 2020 al marzo del 2021, hanno portato alla luce almeno venti episodi sospetti.
I due marescialli indagati effettuavano sì i controlli in aziende ad esempio dove si lavora la carne, ma dopo mezz'ora erano già andati via. Un tempo non sufficiente per eseguire al meglio il lavoro, che di solito richiede almeno un paio d'ore. In un caso è stato lo stesso titolare di una impresa a raccontare agli investigatori, del controllo frettoloso effettuato dai due marescialli. E poi, ancora secondo l'accusa, i due militari in altre occasioni sarebbero arrivati in ritardo al lavoro oppure non avrebbero proprio effettuato il controllo, falsificando il verbale. Gli inquirenti, per incastrarli, hanno analizzato i loro prelievi bancomat, stabilendo come in quei frangenti non fossero in servizio come previsto. Oppure hanno registrato la posizione dei loro telefoni cellulari, e anche in questo caso hanno scoperto di come i due marescialli non fossero al lavoro, ma in altri luoghi per vicende del tutto personali.
 

Ultimo aggiornamento: 09:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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